Uccise il padre, via al processo Lorenzo D’Errico rinuncia all’eredità

Cesano, dichiarato capace d’intendere, potrebbe ottenere le attenuanti per presunti abusi subiti nell’infanzia

Uccise il padre, via al processo  Lorenzo D’Errico rinuncia all’eredità

Uccise il padre, via al processo Lorenzo D’Errico rinuncia all’eredità

di Stefania Totaro

Ha rinunciato all’eredità e firmato una transazione a favore dei familiari del padre Carmine, 65 anni, il pensionato vedovo e malato di un cancro incurabile che lui ha ucciso a martellate nel dicembre 2021 nella loro casa a Cusano Milanino per poi bruciarne il cadavere in un capannone dismesso di Cerro Maggiore. A rivelarlo sono stati i difensori del 36enne Lorenzo D’Errico alla prima udienza del processo che si è tenuta ieri davanti alla Corte d’assise di Monza e che vede il giovane imputato di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere.

Gli avvocati di Lorenzo D’Errico, ancora detenuto in carcere e presente ieri al dibattimento, hanno anche concordato con il sostituto procuratore monzese Franca Macchia, che ha coordinato le indagini dei carabinieri sul tragico decesso del pensionato, di produrre ai giudici tutti gli atti del processo, senza quindi la necessità di convocare inquirenti e testimoni, tranne gli esperti psichiatrici, che verranno sentiti nella prossima udienza fissata per il 21 giugno. Il 36enne, infatti, è reo confesso dell’omicidio del genitore ed è stato sottoposto a una perizia psichiatrica in incidente probatorio che ha concluso per una “personalità irrisolta”, anche a causa di un’infanzia difficile, ma nessun vizio di mente che possa avere inciso sulla sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti.

La decisione di sondare lo stato mentale di Lorenzo D’Errico è venuta dopo il lungo interrogatorio del marzo 2022 in cui il giovane ha raccontato del rapporto teso col genitore che ha spezzato l’equilibrio già precario della loro convivenza a causa di presunti maltrattamenti subìti dal 36enne sin dalla sua infanzia. Una situazione che l’ha spinto ad ucciderlo in un “raptus di follia”. Un particolare che, se avallato dai giudici e unito al risarcimento dei danni, potrebbe valere all’imputato quantomeno una pena ridotta. Il 36enne si era rivolto ai carabinieri e alle telecamere della trasmissione “Chi l’ha visto?” per trovare il padre: prima aveva raccontato che il genitore se ne era andato da casa per trascorrere il Capodanno con amici, poi aveva paventato l’ipotesi del suicidio.

A gennaio 2022, alcuni ragazzi, entrati per girare un video, avevano scoperto nell’ex Brenta di Cerro un corpo semicarbonizzato . A febbraio era scattato il fermo. Solo al terzo interrogatorio Lorenzo D’Errico ha confessato e ricostruito il film dell’orrore: dalle martellate inflitte al padre nella villetta, al cellulare cambiato qualche giorno dopo il delitto. E poi l’auto della fidanzata (che era all’estero) presa e lavata con la varechina, dopo averla usata per trasportare il cadavere.

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