Milano, uccisa a coltellate. Il gip: "Estrema disponibilità le è stata fatale"

Nell'ordinanza di custodia in carcere per l'uomo, si legge che ha agito con "consapevole e lucida volontà". Galluccio: "Mi avete fatto diventare un assassino"

Adriana Signorelli e Aurelio Galluccio

Adriana Signorelli e Aurelio Galluccio

MIlano, 4 settembre 2019 - La "disponibilità estrema" di Adriana Signorelli, la 59enne uccisa a coltellate nella notte tra sabato e domenica a Milano, "ad aiutare" il marito Aurelio Galluccio "le è stata purtroppo fatale". E' quanto ha scritto il gip Maria Vicidomini nell'ordinanza di custodia in carcere per l'uomo che aveva spesso atteggiamenti violenti nei suoi confronti.

DISCUSSIONI E VIOLENZE - Le "recenti discussioni fra i due protagonisti della presente amara vicenda", attestate da una serie di annotazioni della polizia riportate nell'ordinanza, "avvalorano, a livello indiziario, la riconducibilità esclusiva al Galluccio degli indizi di colpevolezza dell'omicidio della Signorelli". Quest'ultima, ha spiegato il gip, "infatti, contrariamente a quanto preannunciato agli agenti di polizia nell'intervento del 27 agosto", quando l'uomo aveva sfondato anche la porta del bagno della casa della moglie da cui si stava separando, "non si recò mai presso l'abitazione della figlia, continuando invece, come già aveva fatto tantissime volte in passato, ad intrattenere rapporti con il Galluccio, a recarsi a casa sua e ad accoglierlo nella propria abitazione, da ultima in data 31 agosto", ossia il giorno dell'omicidio.  Le violenze andavano avanti dal 2012 e l’ultima aggressione, quelle che ha fatto scattare il “codice rosso”, era avvenuta appena quattro giorni prima dell’omicidio. L’uomo, che fino al momento del fermo aveva soltanto l’obbligo di firma in caserma, ha precedenti per maltrattamenti, rapina, spaccio e altri reati. "Lo amo troppo", aveva detto lei agli operatori specializzati nel contrasto alle violenze di genere già nel 2015, mentre l’uomo, stando a quanto risulta dagli atti, le ripeteva spesso: "Ti ammazzo, ti faccio a fettine"

"LUCIDITA', PERICOLOSITA' SOCIALE" - Nel provvedimento si legge anche che Galluccio ha agito con "consapevole e lucida volontà", tanto che dopo il delitto non solo ha tentato di ripulire le prove a suo carico, ma ha cercato anche di investire la figlia della donna - e due poliziotti che tentavano di bloccarlo - mostrando l'intenzione di "togliere di mezzo"  chi poteva essere "la sua principale accusatrice".  Il gip ha così convalidato l'arresto per tentato omicidio, non ha convalidato, invece, il fermo per l'omicidio ("difetto del pericolo di fuga"), ma ha applicato per entrambi i reati la custodia in carcere, descrivendo Galluccio come "soggetto di elevatissima pericolosità sociale", che potrebbe uccidere ancora. Per il giudice "è pienamente accertato che indagato abbia commesso le due gravi azioni" di cui è accusato. Contro Galluccio, tra l'altro, le immagini delle telecamere che lo collocano in via San Giacomo - luogo dove abitava la vittima -, le impronte delle suole delle sue scarpe macchiate di sangue, i comportamenti violenti tenuti dall'uomo in passato. 

"MI AVETE FATTO DIVENTARE UN ASSASSINO" - Nonostante ciò, durante il trasporto all'ospedale San Paolo, Galluccio n lacrime ha detto agli agenti: "Mi avete fatto diventare un assassino". E ha proseguito: "Sono almeno due anni che chiedo ad Adriana di trovarsi un altro uomo, perché io non posso più renderla felice, ho chiesto più volte il divorzio (...) ma lei mi diceva sempre che avevo bisogno di aiuto e visto che tutti mi avevano chiuso la porta in faccia solo lei riusciva ad aiutarmi". In assenza di supporto per uscire dal tunnel della dipendenza, Galluccio ha puntato il dito contro gli agenti: "Ve la portate voi sulla coscienza, mi avete tolto la cosa più bella che avevo, sono anni che chiedo aiuto a tutti". I due, che da tempo vivevano una storia burrascosa, hanno trascorso la prima parte della giornata di sabato nell’appartamento del 65enne poi si sono trasferiti nell’abitazione in via San Giacomo dove l’uomo "alterato per l’uso di stupefacenti", assunzione accertata in ospedale, ha accoltellato più volte la moglie con un coltello poi abbandonato in cucina. Contro di lui, tra l’altro, le immagini delle telecamere che lo collocano in via San Giacomo nelle ore dell’omicidio, le impronte delle suole delle sue scarpe macchiate di sangue, i comportamenti violenti tenuti dall’uomo in passato.

"MATRIMONIO QUANDO ERA DETENUTO" - Dal racconto a verbale della figlia di Adriana Signorelli (nata da una sua precedente relazione) è emerso un dettaglio sulla storia fra i due: "Circa cinque anni fa ho scoperto da mia madre che mentre Galluccio era detenuto nel carcere di San Vittore, i due si erano sposati civilmente, nonostante il rapporto violento". "Due anni fa, quando l'uomo è uscito dal carcere - ha spiegato la figlia della vittima - inizialmente sembrava essersi tranquillizzato, ma dopo pochi mesi è avvenuto l'ennesimo episodio violento". Dopo una lite con la donna, infatti, Galluccio aveva accoltellato al fianco il fratello ed era tornato in carcere. La figlia è stata l'ultima a sentire al telefono la madre verso le 14 di sabato scorso. Quel pomeriggio le disse "ora non posso parlare, ti chiamo dopo io", chiudendo immediatamente la telefonata. Il figlio della donna, poi, ha messo a verbale che la madre gli aveva confidato "di aver nascosto il coltello con il quale Galluccio lo aveva ferito, dato che quest'ultimo la minacciava dicendole che se avesse parlato alla sua uscita dal carcere l'avrebbe picchiata".

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