RICCARDO
Cronaca

Tutto cambia Eccetto le banche

Riccardo

Riccardi

Siamo alla vigilia della presentazione dei bilanci e, con questi, i piani industriali per il futuro.

Che è molto incerto (che dire della crisi Ucraina?) per le variabili che spuntano giornalmente come funghi. Avvelenati per la “imprevedibilità imprevista di eventi”. Iniziati con la pandemia da Covid che ha messo maggiormente a nudo la fragilità dell’umanità comunque riuscita, grazie alla scienza, anche se con tante ferite, a ritrovare la via “che la dritta era smarrita”. L’argomento principale di natura organizzativa, allo esame dei CdA delle Banche, è quello della digitalizzazione. Il remoto è presente nella virtualità che ha spodestato quello che un imprenditore scomparso definiva “il fisico”. Alla San Tommaso. Quasi senza percepirlo interamente ognuno, nella propria tasca, ha lo strumento digitalizzante che offre in tempo reale notizie e presenza visiva. Chi è datato sta entrando in una nuova era, nella quale le giovani generazioni, magari prive della “virtute e canoscenza” dantesca, si sono comodamente accomodate. Come sarà il nuovo universalismo? Ci sarà un potere democratico mondiale, ovvero la tecnica, che consente divulgazioni da luoghi sconosciuti, partorirà una società oligarchicamente più fratturata? Avrà ancora cittadinanza l’amore fisico della madre con il suo frutto? In altre parole, scomparsa la materialità “ingombrante”, come i sentimenti si materializzeranno? Diventeranno invadenti per mancanza di tempo. Il mondo, la velocità non consente riflessioni, sarà più aperto non per una pace democratica mondiale ma perché le ingerenze informatiche, entrando in ogni dove, esalteranno un diverso tipo di spionaggio. Siamo volutamente partiti dalla digitalizzazione delle banche. Queste resteranno sempre al centro anche con denaro dematerializzato. Per San Paolo “radice di ogni sorta di mali”, per Molière “la chiave che apre tutte le porte”. Anche quelle digitali.