di Francesca Grillo
La tempesta che si è abbattuta su Milano e hinterland nei giorni scorsi ha lasciato ancora tanto da fare. Sono centinaia gli alberi piegati e caduti sotto le raffiche del vento e della pioggia. Nelle primissime ore dopo il nubifragio, le forze dell’ordine, i pompieri e la protezione civile, ognuno con i propri strumenti, hanno provveduto a mettere in sicurezza le zone più a rischio e a liberare strade e marciapiedi da tronchi e lastre di tettoie volate. Ma c’è ancora molto da fare, soprattutto all’interno dei parchi. Il vicesindaco Salvatore Gattuso aveva lanciato un appello il giorno dopo il maltempo, chiamando a raccolta i cesanesi per dare, ognuno come poteva, una mano a sistemare strade e aree verdi. I cittadini hanno dimostrato di tenere al proprio territorio, rimboccandosi le maniche per ripulire tutto. Il parco Pertini, il polmone verde cittadino più grande e frequentato da centinaia di persone ogni giorno, ha però ancora bisogno di lavoro per essere riaperto in sicurezza. Ed ecco che ai cittadini e ai volontari della protezione civile, all’opera da giorni senza sosta per sistemare Cesano, si sono aggiunti sette dipendenti comunali che hanno utilizzato i propri permessi o ferie per mettersi a raccogliere rami e pulire il parco. "Ringrazio tutti i volontari - ha espresso il vicesindaco Salvatore Gattuso - esprimendo la mia gratitudine anche ai dipendenti comunali che ancora una volta hanno dimostrato il loro attaccamento al territorio. Tutti stiamo lavorando, in sinergia con gli operatori dell’impresa che si occupa della manutenzione del verde pubblico, per fare in modo che il parco Pertini possa riaprire il prima possibile". "La comunità cesanese ha dimostrato grande capacità di reagire anche alle situazioni di emergenza - aggiunge l’assessore all’Ambiente Marco Pozza -. Quanto abbiamo vissuto è indice di un mutamento climatico terrificante. Il nostro patrimonio arboreo ha subito un brutto colpo, anche esemplari centenari. Continuano le opere di messa in sicurezza e ragioneremo su nuove piantumazioni, tenendo conto proprio dell’evidente cambiamento climatico".