MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Tutti per mano contro le violenze: "Stop alle aggressioni omofobe"

In piazza Castello il presidio con Cig Arcigay Milano. "Quasi 400 richieste di aiuto"

Il sit-in in piazza Castello. Presenti anche Ivano e Alfredo aggrediti in Barona

Il sit-in in piazza Castello. Presenti anche Ivano e Alfredo aggrediti in Barona

Centinaia di persone mano nella mano per dire basta alle aggressioni omofobe: è il cuore del sit-in organizzato ieri in piazza Castello da Cig Arcigay, “Per mano ovunque“, dopo i casi di violenze contro coppie Lgbtq+ avvenute nelle ultime settimane. Una anche a Milano, in zona Barona, lo scorso 21 dicembre. Presenti ieri le vittime, Ivano Cipollaro e il compagno Alfredo: "Chiediamo il riconoscimento al più presto di un pacchetto emergenza arcobaleno" che prevede, tra le altre cose, di estendere la Legge Mancino (che sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici e religiosi, ndr) a orientamento sessuale e identità di genere. "Tenersi per mano non può trasformarsi in un pretesto per agire su di noi violenza, in nessun caso", commenta Alice Redaelli, presidente di Cig Arcigay Milano. Tra i partecipanti, i Sentinelli di Milano, Famiglie arcobaleno e il Pd con il segretario metropolitano Alessandro Capelli

"Nel 2024 – fa sapere Redaelli – sono quasi quattrocento i contatti e le richieste di Pronto (la helpline dell’associazione, ndr), nel 24% dei casi si tratta di ragazzi fra i 18 e i 35 anni, il 22% fra i 36 e i 55 anni. Venti le richieste prese in carico dal team di avvocati e 262 i colloqui con i nostri psicologi. Fra i principali motivi del contatto purtroppo ci sono discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, mobbing, microaggresioni e stalking".

Fondamentale, secondo Ivano e Alfredo, è denunciare, come hanno fatto loro: "Non bisogna piegare la testa". I loro aggressori, cinque uomini tra i 30 e i 40 anni, "sono stati già rintracciati", fa sapere la coppia, spiegando che "c’erano le telecamere e si tratta di persone che vediamo spesso nel quartiere". Ed è questo fa loro paura. "Per tornare a casa facciamo un giro più largo, senza passare dalla slottery" davanti a cui è avvenuta l’aggressione. Ivano un giorno ha incrociato uno di quegli uomini ma "ha fatto finta di non vedermi e non è successo niente". M.V.