Turni troppo lunghi, mansioni improprie, carenza di personale, corse per raggiungere obiettivi troppo alti. Per tutti questi motivi ieri gli addetti della rete commerciale di Coca Cola Hbc Italia hanno scioperato per 8 ore e hanno partecipato a un presidio davanti alla sede di piazza Indro Montanelli. Un’agitazione proclamata livello nazionale dai sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil. "I commerciali viaggiano tra le regioni, siglano i contratti e poi verificano il rispetto degli accordi con i singoli punti vendita - spiega Alessandro Credali, Flai Cgil Milano - . Il problema è che lavorano 12/13 ore al giorno, hanno obiettivi irraggiungibili con conseguenti penalizzazioni economiche sui premi e spesso viene loro richiesto anche di fare le consegne, non previste dal contratto".
Si lavora senza sosta. "Abbiamo un’ora e mezza di pausa, ma quasi nessuno la fa: non riusciremmo a stare nei tempi", confessa Giuseppina Manca, in Coca Cola da 27 anni. "Dovrei occuparmi dei contatti con la distribuzione, delle vendite, di tutta questa parte commerciale - racconta l’addetta -. Invece, mi ritrovo a dover allestire i corner nei supermercati e a caricare e scaricare tutta l’attrezzatura, i banner, gli scatoloni". L’azienda si dice "stupita" dall’iniziativa di protesta. "Il benessere dei dipendenti è di primaria importanza: la questione è stata oggetto di una lunga discussione, che ha portato all’adozione di iniziative come l’introduzione di giorni di riposo extra e all’individuazione di ulteriori soluzioni per agire sui carichi di lavoro". Quest’anno, conclude l’azienda, gli importanti risultati sono stati festeggiati, "riconoscendo un premio speciale". Palliativi, dice Giorgio Canepa, Rsu Uila. "Da 1.300 addetti si è scesi a 800. sono stati acquisiti nuovi brand: è come se lavorassimo per 5 aziende".