Turista sotto il tram, riaperto il caso

Il gip ordina nuove indagini sulla morte della ventenne coreana finita sui binari e travolta dal mezzo

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Non si può archiviare così. Ci vogliono nuove indagini sulla morte della giovane turista coreana finita sotto un tram a Porta Venezia. Serve una perizia per ricostruire, grazie alle telecamere, momento per momento la drammatica caduta della ventenne sui binari, la ripartenza del mezzo dopo la fermata in piazza Oberdan e il tragico impatto avvenuto intorno a mezzanotte e mezza del 10 febbraio scorso.

Nell’inchiesta è indagato per omicidio colposo l’autista della linea 9, ma il pm aveva chiesto l’archiviazione del caso. Per la Procura si sarebbe trattato di un incidente inevitabile. "La vittima, ferma con due amiche sulla banchina, dopo una sorta di lite con loro avrebbe attraversato la strada davanti al tram, muovendosi tra le rotaie da destra verso sinistra, con un movimento repentino sfuggito anche alle amiche. Nel far ciò sarebbe inciampata e, trovandosi a carponi davanti al tram, non sarebbe riuscita a rialzarsi e sarebbe stata da questo travolta". E l’altezza del mezzo, per il magistrato, "non avrebbe consentito all’autista la visuale della ragazza che era caduta".

Una conclusione che però non ha convinto il giudice Guido Salvini. La ragazza venne investita dal tram che stava ripartendo, e per il gip il filmato "conferma un lasso di tempo di cinque secondi dalla chiusura delle porte e la partenza del mezzo", in quel "momento Kim Jung Eun (la vittima, ndr.) si trovava stesa di fronte al tram". Cinque lunghi secondi prima dell’impatto. Così il giudice ha deciso di accogliere le osservazioni dei legali della famiglia, gli avvocati Matteo Politano e Stefania Balarini.

C’è una "mancanza di dati e quindi", osserva, la "impossibilità di una completa analisi del fatto, la necessità di un approfondimento delle indagini". La "completa mancanza di un’indagine tecnica", scrive il gip, "non consente di capire se tale telecamera si trovasse all’altezza degli occhi del conducente o più in basso e con una diversa angolazione". Particolare della "massima rilevanza quantomeno per capire se la sagoma della ragazza fosse visibile al conducente quando ella era a terra".

Sino a quando la ragazza era ancora in piedi, si legge ancora nel provvedimento, "era di certo parzialmente visibile dal conducente". Dovendosi escludere la "repentinità" dei movimenti della ragazza, poi, ne consegue, per il gip, "la necessità di un approfondimento". Serve una peizia su "tutte le videoriprese della cabina di comando". E pure sui "dati presenti sul telefono cellulare dell’indagato" per "escludere" che l’autista lo stesse utilizzando "durante la sosta del veicolo".

Mario Consani

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