
L’illecito contestato all’archistar Stefano Boeri, tra gli indagati eccellenti della procura di Milano per "turbativa d’asta" in relazione al progetto della biblioteca europea di informazione e cultura “Beic“, in parole molto semplici è la storia di uno smaccato "conflitto di interessi" tenuto nascosto al Comune. Nell’ipotesi della procura gli indagati avrebbero "violato le regole" che hanno influito sull’assegnazione del bando, in base alle quali nella gara comunale per aggiudicarsi il lavoro, tutti i partecipanti avrebbero dovuto segnalare l’esistenza di rapporti professionali e di colleganza con membri della commissione aggiudicatrice; e i membri della commissione, ove a buste aperte avessero scoperto di avere scelto il progetto di un professionista con cui avevano rapporti, avrebbero dovuto farlo presente prima dell’inizio dei lavori. Non risulta però che nessuno dei firmatari del progetto vincente abbia segnalato per tempo i rapporti con Boeri e Cino Zucchi, né che Boeri e Zucchi lo abbiano fatto in seguito.
Tra gli indagati, quindi, figurano tutti i coinvolti a vario titolo: l’architetto Raffaele Lunati che si è aggiudicato il maxi progetto, Cino Zucchi, altro famoso architetto milanese che faceva parte della commissione giudicante insieme a Boeri e Giancarlo Floridi. Sempre gli stessi nomi, insomma, stesso giro di architetti che compaiono e riappaiono in vesti diverse: giudicanti e giudicati.
Secondo la prospettazione dei pm Giancarla Serafini, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano, i due architetti di fama internazionale Boeri e Zucchi avrebbero, di fatto, favorito i loro "delfini" che erano stati in forza al Dipartimento di architettura e studi urbani.
La nuova Beic dovrebbe essere pronta per il 2026 grazie a 101 milioni di euro di fondi del Pnrr. La inchiesta è nata dall’esposto di Emilio Battisti, architetto ultraottantenne e consigliere dell’Ordine che ha dato lo spunto alla Procura di Milano. Il professionista aveva sollevato il caso, facendo una segnalazione all’ordine. Segnalazione che poi è stata acquisita dai pm milanesi.
"Sono tranquillo – ha fatto sapere Boeri con un comunicato – e confermo la mia completa disponibilità a collaborare con le autorità competenti per fornire tutte le informazioni in mio possesso, al fine di chiarire una situazione che trovo davvero incredibile. In virtù di ciò (cioè dell’inchiesta in corso) al momento non mi è possibile fornire ulteriori dichiarazioni".
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