LUCA SALVI
Cronaca

Università Bicocca e San Gerardo, 200mila euro per la ricerca sul tumore alla tiroide

L’Airc premia l'Ats di Monza e l’ateneo milanese

Mattia Garancini, Gaia Roversi, Fabio Pagni, Davide Leni, Stefania Galimberti

Milano, 6 dicembre 2016 – Un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e dell’ospedale San Gerardo di Monza ha ottenuto un finanziamento di oltre 200mila euro vincendo un bando promosso dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) sul tumore della tiroide. Il progetto si svilupperà nel prossimo triennio e riguarderà il miglioramento diagnostico dei pazienti con noduli tiroidei, attraverso l’applicazione di una promettente nuova tecnologia di proteomica (Maldi-imaging).

Il gruppo di ricerca è coordinato per la parte clinica dal patologo Fabio Pagni in stretta collaborazione con il chirurgo Mattia Garancini e il radiologo Davide Leni. Al progetto partecipa anche un’equipe di ricercatori preclinici guidati da Fulvio Magni, professore di Biochimica ed esperto in proteomica clinica), da Gaia Roversi, ricercatrice di Genetica medica e da Stefania Galimberti, professoressa di Statistica medica). Il punto di partenza del progetto  è un problema clinico molto sentito: in presenza di un nodulo della tiroide, gli strumenti ad oggi disponibili per la diagnosi di benignità o malignità del nodulo stesso si basano sull’esame citologico al microscopio delle cellule prelevate mediante agoaspirato.

Nonostante numerosi studi già effettuati e lo sviluppo di efficaci classificazioni dell’esame citologico, in una quota rilevante di casi l’esame non riesce ad essere dirimente circa la natura benigna o maligna del nodulo (casi “indeterminati”) e si è quindi costretti a procedere ad intervento di asportazione della tiroide a scopo diagnostico. Lo studio si propone di applicare le tecniche di studio proteomico mediante una sofisticata apparecchiatura in dotazione all’Università Bicocca (Maldi-imaging) sulle cellule prelevate mediante agoaspirato pre-operatorio ad un campione di pazienti. Questo permetterebbe di verificare se questo metodo innovativo sia in grado di distinguere con affidabilità i noduli benigni da quelli maligni, con la conseguenza di potere in futuro evitare una quota di interventi chirurgici di tiroidectomia.

I ricercatori vincitori del bando AIRC rappresentano solo un piccolo tassello di un team multidisciplinare di alto livello che ogni anno si prende cura di oltre 500 pazienti con nodulo tiroideo. "Il successo ottenuto – sottolineano Matteo Stocco, direttore generale dell'Ats (ex Asl) di Monza e Cristina Messa, rettore della Bicocca - rappresenta un esempio di una concezione moderna di medicina multidisciplinare in cui solo il lavoro di squadra garantito dalla collaborazione quotidiana fra specialisti clinici come endocrinologi, chirurghi, otorinolaringoiatri, citopatologi e ricercatori può portare a un miglioramento delle conoscenze applicative".