Truffa da 99 milioni sulla telefonia, zero click a 5 euro: indagati 33 manager

Accusati di "frode informatica con furto, indebito utilizzo dell’identità digitale e tentata estorsione"

Telefono cellulare

Telefono cellulare

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Cinque euro a settimana, piccoli prelievi scalati dal credito telefonico di ignari e casuali clienti per una serie di servizi aggiuntivi premium, mai attivati: giochi, meteo, oroscopo e gossip. O semplicemente scalati dalla carta sim utilizzata sul cellulare per la domotica. Piccole somme che ovviamente hanno consolidato una truffa, nel mondo della telefonia, del valore di almeno 99 milioni di euro che ha portato sotto la lente della procura, a vario titolo, 33 persone con l’accusa di frode informatica, furto, indebito utilizzo dell’identità digitale e tentata estorsione contrattuale. Un business illecito di cui hanno beneficiato le società produttrici di contenuti, Csp, le piattaforme e le stesse compagnie telefoniche. In particolare Wind-Tre, non indagata, che incassava laute percentuali sui "ricavi tossici" del mercato.

L’avviso di conclusione indagini è firmato dal pm Francesco Cajani e dall’aggiunto Eugenio Fisco. Si parla di una media di 30-40mila attivazioni indebite al giorno, solo nella primavera del 2020. Un "sistema" che, spiega la Procura, sarebbe andato avanti dal 2017 e fino al giugno 2020 in danno dei consumatori e smascherato dagli accertamenti della polizia Postale, del nucleo speciale tutela privacy e frodi telematiche della Gdf, del nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e della Squadra reati informatici della Procura. Oltre all’operatore telefonico, sono state individuate 26 società "di content service provider, fornitrici di contenuti Vas".

L’avviso di chiusura dell’indagine è indirizzato, tra gli altri, ad Alessandro Lavezzari, ai tempi responsabile della funzione Content & Service Partnership, Luigi Saccà - figlio di Agostino ex dg della Rai - referente per il settore Vas (Value Added Service), Fabio De Grenet in qualità di referente della divisione Advertising-Sales, Angelo Salvetti e Fabio Cresti, rispettivamente legale rappresentante e vice presidente di Pure Bros Mobile spa, azienda che si occupa dello sviluppo di servizi digitali di mobile marketing e mobile payment, un consulente della stessa società di riferimento delle Telco in Italia, un socio di un’agenzia pubblicitaria e tre sviluppatori, cioé giovani informatici italiani di una azienda con sede all’estero e con compensi, si legge nelle carte, da 5 mila dollari in su al mese. Secondo la ricostruzione dei pm, bastava visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e ci si ritrovava istantaneamente ad essere abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro