Maxi truffa con i finanziamenti alle Pmi: quattro arresti e sequestri per sette milioni di euro

La Guardia di Finanza ha smantellato un’associazione per delinquere tra Milano e hinterland che ha ottenuto oltre cinque milioni di euro per aziende fittizie

Milano – Una maxi truffa per oltre cinque milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza, che ha arrestato quattro persone (in carcere e ai domiciliari), ne hanno indagate altre 17 per truffa, reati finanziari e tributari e sequestrato beni per oltre sette milioni.

La truffa

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle di Milano (compagnia di Corsico), coordinate dalla Procura della Repubblica, gli arrestati, insieme agli indagati, hanno costituito un’associazione per delinquere operante a Milano e nell’hinterland milanese, con lo scopo di ottenere illecitamente finanziamenti garantiti dal Fondo di Garanzia per le PMI. Soldi che venivano poi dirottati verso società estere riconducibili al sodalizio.

Operazione della Guardia di Finanza (foto d'archivio)
Operazione della Guardia di Finanza (foto d'archivio)

Come funzionava

Il gruppo, infatti, aveva creato o acquisito sette società intestate a sodali e prestanome, solo apparentemente operative attraverso le quali otteneva da numerosi istituti di credito considerevoli finanziamenti. Cinque milioni e 420mila euro, garantiti dallo Stato per 4.022.000 euro, tramite di Mediocredito Centrale S.p.a., l’ente concessionario per la gestione dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico e per il rilascio della garanzia da parte del Fondo di Garanzia per le PMI. In particolare, attraverso operazioni di maquillage contabile e produzione di documenti falsi (venivano creati siti internet delle società con indicazione di noti partner commerciali, venivano depositati bilanci falsi riportanti risultati positivi di ricavi ed utili) le imprese apparivano sul mercato “solvibili” ed “affidabili”, condizioni necessarie per ottenere i finanziamenti dagli istituti di credito garantiti da enti pubblici.

Le indagini

Le indagini, anche con l’attivazione di strumenti di cooperazione giudiziale internazionale e l’analisi di numerose segnalazioni di operazioni sospette, hanno permesso di rilevare che i finanziamenti ottenuti sono stati riciclati attraverso società estere, riconducibili al gruppo, con sede in Repubblica Ceca e Svizzera. Nel contempo, le società nazionali, una volta ottenuti i finanziamenti, gravate di ingenti debiti erariali (prevalentemente tributari), venivano progressivamente abbandonate, spogliate di ogni bene e, conseguentemente, destinate al fallimento. Cinque sono state dichiarate fallite o sottoposte a liquidazione giudiziale dal Tribunale di Milano.

Gli arresti

Terminata l’indagine, il Gip del Tribunale di Milano, accogliendo la richiesta di misure cautelari personali e reali del Pm proposta nei confronti di sei indagati, ha emesso un’ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di quattro di loro e ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni per oltre 7 milioni di euro.