San Raffaele, truffa da 28 milioni: nove persone indagate. Tra loro anche Zangrillo, il medico di Berlusconi

Le investigazioni hanno consentito di accertare come in diverse unità operative dell'ospedale siano stati negli ultimi anni eseguiti oltre 4000 interventi chirurgici in violazione delle norme di accreditamento relative alla presenza minima di operatori e anestetisti, nonché di impiego di medici specializzandi

L'esterno dell'ospedale San Raffaele

L'esterno dell'ospedale San Raffaele

Milano, 16 giugno 2015 - Una presunta truffa al servizio sanitario nazionale da 28 milioni di euro per presunte irregolarità nei rimborsi percepiti su interventi chirurgici all'ospedale San Raffaele di Milano: è la contestazione della Procura di Milano che ha chiuso l'inchiesta nei confronti di 9 persone, tra rappresentanti legali, dirigenti e primari dell'ospedale di Milano. Le investigazioni, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Milano, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Polizzi, hanno consentito di accertare come in diverse unità operative dell'ospedale siano stati negli ultimi anni eseguiti oltre 4000 interventi chirurgici in violazione delle norme di accreditamento relative alla presenza minima di operatori e anestetisti, nonché di impiego di medici specializzandi. A fronte di tali episodi, la struttura ospedaliera ha autocertificato il mantenimento dei requisiti richiesti per l'accesso al rimborso del la prestazione sanitaria offerta, ottenendo indebiti rimborsi per oltre 28 milioni di euro. 

"SPECIALIZZANDI AL POSTO DI CHIRURGHI ESPERTI" - I nove indagati del San Raffaele nell'ambito dell'inchiesta sui presunti rimborsi indebiti per 28 milioni di euro avrebbero, in concorso tra loro e a vario titolo, chiesto rimborsi per le operazioni effettuate al sistema sanitario regionale, attestando falsamente la presenza di chirurghi o anestesisti in diversi interventi chirurgici, quando al loro posto erano presenti specializzandi in violazione dei requisiti di accreditamento delle strutture private con il servizio sanitario pubblico.

"EQUIPE REGOLARI SOLO IN APPARENZA" - Oppure attestando falsamente la presenza in sala operatoria del numero di medici previsto per legge, quando al singolo intervento ha partecipato in realtà un numero insufficiente di operatori. Il dato emerge dai relativi registri di presenza dei medici agli interventi, da cui si evince l'impossibile presenza degli stessi chirurghi o anestesisti in più sale operatorie contemporaneamente. È quanto si legge nell'avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Giovanni Polizzi.

I PRESUNTI RIMBORSI - Gli amministratori, però, attestavano ugualmente il rispetto dei requisiti di accreditamento e la struttura percepiva i conseguenti rimborsi dal servizio sanitario regionale, indotto in errore. Così il San Raffaele avrebbe ottenuto un ingiusto profitto rappresentato dall'indebito conseguimento delle erogazioni pubbliche consistite nel rimborso del costo degli interventi. Per un capo di imputazione "i presunti rimborsi illeciti ammontano ad un totale di 18.436.018  euro", ripartiti in oltre  9 milioni di euro fino al 10 maggio 2012 e "9,3 milioni di euro" dall'11 maggio 2012 al 18 novembre 2013, con corrispondente danno per la Regione. Per l'altro capo di imputazione i "presunti rimborsi illeciti ammontano a 10.309.022 euro", ripartiti in oltre 7 milioni fino al 10 maggio 2012 e oltre 3 milioni di euro dal maggio 2012 al novembre 2013. Agli indagati viene contestata anche l'aggravante "di aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione/servizio esercitato". (ANSA).

GLI INDAGATI - Ci sono l'ex amministratore del San Raffaele fino al 10 maggio 2012, Mario Valsecchi, e il suo successore Nicola Bedin nell'elenco degli indagati dell'inchiesta della procura di Milano per truffa ai danni del Servizio sanitario e falso. Oltre a loro, c'è il direttore sanitario Robert Mazzuconi e sei primari. In particolare, sono indagati Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e primario di anestesia e rianimazione, Ottavio Alfieri, primario di cardiochirurgia, Piero Zannini, primario di chirurgia toracica, Roberto Chiesa, primario di chirurgia vascolare, Patrizio Rigatti, primario di urologia fino al 31 ottobre 2012, e il suo successore nel reparto Francesco Montario. Oltre alle persone fisiche sono indagate per la legge 231/2001 la Fondazione del Monte Tabor e l'ospedale San Raffaele, enti che gestiscono la struttura ospedaliera.

CODACONS PARTE OFFESA - Il Codacons si costituirà parte offesa per conto degli utenti della sanità italiana nel procedimento aperto dalla Procura di Milano, che vede 9 indagati per una presunta truffa da 28 milioni di euro ai danni del Servizio Sanitario Italiano. “Se le accuse mosse dalla Procura troveranno riscontro, ci troveremmo di fronte ad un danno immenso per la collettività – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Da anni infatti i cittadini sono colpiti dai tagli nel settore della sanità, che riducono servizi e prestazioni nell’ottica di un contenimento di spesa. Una truffa a danno del SSN così come ipotizzata dalla magistratura, avrebbe effetti diretti sugli utenti, perché distrarrebbe in modo illegittimo risorse destinate alla collettività”. Per tale motivo il Codacons si costituirà parte offesa nel procedimento, e chiederà un risarcimento nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili di reati a danno della sanità italiana.

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