REDAZIONE MILANO

La truffa del finto ministro Crosetto: i due indagati hanno precedenti, caccia a complici italiani

La procura che indaga per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e sostituzione di persona sta cercando anche di lavorare sulla titolarità dei numeri di telefono usati per contattare le vittime che sono state cercate con insistenza

Il ministro Guido Crosetto

Il ministro Guido Crosetto

Milano, 14 febbraio 2025 – Hanno dei precedenti i due indagati per la truffa nei confronti di diversi nomi illustri dell’imprenditoria e della finanza italiana messa in atto usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il gruppo criminale ha chiesto ingenti somme alle potenziali vittime spacciandosi – anche attraverso l’uso di programmi di intelligenza artificiale – per lo stesso ministro o per uno dei suoi collaboratori, con la scusa di dover “pagare un riscatto per liberare giornalisti tenuti in ostaggio in Medio Oriente”.

Uno dei due olandesi, a cui è riconducibile uno dei conti su cui è stata trovata la cifra del raggiro a Massimo Moratti, ha precedenti per spaccio di droga. Anche l'altro titolare del conto bancario 'congelato' è già noto ma avrebbe precedenti più lievi. Ma i due indagati, due adulti di 50 e 60 anni, avrebbe agito con altri complici: la procura di Milano è convinta che delle rete facciano parte più italiani, visto il concentrarsi proprio su certi cognomi famosi.

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La procura che indaga per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e sostituzione di persona (il gruppo ha simulato la voce del ministro, di è finta personale del suo staff o un generale) sta cercando anche di lavorare sulla titolarità dei numeri di telefono usati per contattare le vittime - tra chi non è caduto nel tranello le famiglie Del Vecchio e Beretta, l'imprenditore Marco Tronchetti Provera e lo stilista Giorgio Armani - che sono state cercate con insistenza.

Massimo Moratti, i cui soldi sono stati recuperati sui conti olandesi, nonostante avesse già versato 980mila euro ha continuato ad essere bersagliato con richieste di cifre dello stesso esorbitante importo prima che la sua denuncia non facesse scattare l'indagine. “Questi sono bravi, nel senso che sembrava assolutamente tutto vero”, aveva commentato.

Gli imprenditori contattati

Tra le persone contattate, oltre a Moratti, figurano anche lo stilista Giorgio Armani, l’imprenditore Patrizio Bertelli, presidente del gruppo Prada, ma anche Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle e membri delle famiglie Aleotti, Beretta e Caltagirone. Insomma, la crème della crème dei patrimoni nazionali. Quasi nessuno ci è cascato, ma c’è stato almeno un imprenditore che è stato convinto a versare in due tranche circa un milione di euro. A convincere la vittima anche la prospettiva che l’intera cifra – così hanno detto i truffatori – sarebbe poi “stata restituito attraverso la Banca d’Italia”.

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Le denunce

Il numero complessivo dei truffati o di coloro che sono stati contattati non è ancora definitivo. Ma con quella di Tronchetti il conto delle denunce salirebbe a sei: la sua si aggiunge a quelle di famiglie imprenditoriali d'Italia come i Caprotti (Esselunga), i Del Vecchio (Luxottica), gli Aleotti (farmaceutica Menarini), i Beretta (proprietari della multinazionale produttrice di armi) e Massimo Moratti. Inoltre, è stata presentata ai carabinieri e poi depositata al pubblico ministero di Milano, Giovanni Tarzia, la denuncia-esposto contro ignoti presentata dal ministro della Difesa: Crosetto, che già giovedì scorso aveva denunciato sui X il tentato raggiro, ha dettagliato meglio le modalità con cui il gruppo di criminali con appoggi internazionali e conti all'estero chiedeva milioni di euro ai personaggi più facoltosi d'Italia per liberare ostaggi italiani (soldati e giornalisti) sequestrati in Medio Oriente. 

L’indagine

L’indagine, affidata ai carabinieri, è coordinata dal pubblico ministero Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola: l’ipotesi di reato è truffa aggravata dal danno di rilevante entità e sono in corso delle attività per cercare di bloccare i trasferimenti di denaro. Sono stati attivati tutti i canali di cooperazione internazionale per arrivare a bloccare i soldi, in particolare su un conto europeo.