Badanti romene si fingono top model sui social: svuotati conti a padri di famiglia

I due casi finiti in Procura a Milano sono solo uno dei tanti. Gli inquirenti chiamano questo tipo di raggiri "truffe romantiche"

Truffa

Truffa

Milano, 5 giugno 2019 - Si chiamano «truffe romantiche», ma di romantico non hanno proprio nulla, perché dietro quei falsi profili seduttivi che ingannano tanti uomini e tante donne ci sono solo sciacalli senza scrupoli che agiscono per denaro e si fanno beffa dei sentimenti. Le vittime di questo genere di truffe sono tante, tantissime. Ne racconteremo due, clamorose e simboliche, perché aiutino tutti tutti a tenere alta la guardia. I dati dicono che nel tranello cascano soprattutto gli uomini: 8 su 10, fra le vittime. Sono loro che, più facilmente delle donne, amano farsi sedurre anche dalla realtà virtuale. Un caso da manuale, realmente successo: tre donne romene, residenti a Bucarest, sulla sessantina (parecchio sfiorite, giurano gli investigatori) si fingono su Facebook tre donne irresistibili. Foto magnifiche, giovani e provocanti: chattano, chiedono l’amicizia a uomini italiani, nemmeno tutti attempati. Le tre facendo leva, con grandissima abilità, su un mix esplosivo, cioè spogliarello virtuale, bisogno di affetto e future promesse, sbancano una lunga fila di «pretendenti».

Il caso finisce in procura a Milano quando gli investigatori della polizia postale romena riescono a dare una identità alle tre ex badanti, che pare mettessero a segno qualche colpo anche tra ricchi romeni. Gli investigatori si accorgono però che le loro vittime erano sostanzialmente italiani a cui le navigate donne avevano abilimente depredato parte del conto corrente. Gli investigatori cercavano e speravano nelle denunce, per poi dover prendere atto che il caso era finito ancor prima di iniziare perché nessuno degli uomini truffati ne aveva mai presentato una. Le tre donne avevano un sistema collaudato: adescamento, foto, e frasi tenere o piccanti in base al profilo del soggetto adescato. «Guarda il mio decolleté, se lo vuoi vedere dal vivo mi paghi il biglietto per venire a Milano? Ho tanta voglia di vederti», questo il tenore dei messaggi. E, incredibile ma vero, ci cascavano tutti. Denaro inviato perché le signorine potessero prenotare biglietti in business e ancora denaro inviato per comperare completini intimi. E poi 5mila euro per saldare spese impreviste e altro denaro ancora per un paio di scarpe.

Le tre anziane se ne inventavano una al giorno, senza nemmeno troppa fantasia, e quanto se la ridevano, sedute comodamente a casa, intanto che incassavano fino a 10mila euro a truffato. Le vittime, dopo aver pagato, ovviamente non vedevano mai arrivare nessuna modella, vedevano solo calare drasticamente i soldi sul loro conto corrente. E solo allora si ripigliavano, ma come potevano poi raccontare e far mettere a verbale di avere dato 10mila euro a una modella romena che giurava di amarli, che non avevano mai visto?

 

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