NICOLA PALMA
Cronaca

Truffa all’erede Caproni: così ha agito il quartetto che ha rubato i lingotti d’oro alla figlia del leggendario aviatore

Gli investigatori: “Un piano preparato nei minimi dettagli” sulla rotta Milano-Napoli. I preziosi stipati in un trolley che ha “viaggiato” in treno

Lo storico idrovolante della famiglia Caproni

Lo storico idrovolante della famiglia Caproni

Milano – Un piano preparato nei minimi dettagli, con informazioni reperite da "un ambiente criminoso di più ampia portata", per dirla con le parole del gip Alessandra Di Fazio. L’operativo che arriva al mattino in Centrale a Milano, sale su un taxi in piazza Luigi di Savoia, raggiunge la persona da derubare, stipa in un trolley il bottino e riparte dopo un quarto d’ora con un altro treno, fermandosi a Roma per ricongiungersi con i complici e affidare alla meno sospettabile di loro il trolley da far uscire senza intoppi dalla stazione di Napoli, dove tutti i membri del gruppo sono residenti.

Un’indagine-lampo degli agenti della Squadra mobile di Milano, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Giovanni Calagna e coordinati dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli, è riuscita nel giro di un paio di mesi a dare un nome e un volto ai quattro truffatori che avrebbero raggirato la ottantasettenne Vittoria Caproni, erede dell’imprenditore e pioniere dell’aviazione Giovanbattista conte di Taliedo, portandole via con l’inganno preziosi e lingotti d’oro per 1,6 milioni di euro. L’allarme scatta poco dopo le 13 del 10 gennaio scorso, quando il figlio della donna chiama il 112 per denunciare il maxi furto.

La vittima, residente in zona San Babila, spiega: "Mentre ero sola a casa, ho ricevuto una telefonata da parte di un uomo che si qualificava come tale avvocato Bovera, il quale, in modo gentile, mi ha informato che mio figlio era stato coinvolto in un incidente e aveva investito una donna". E ancora: "Ha insistito nel dirmi che la famiglia della persona investita era molto arrabbiata e che per sistemare la questione, ovvero evitare conseguenze penali per mio figlio, erano necessari 12.700 euro in contanti, più Iva. Dopo aver riferito al mio interlocutore che al momento avevo solo la disponibilità di contante di circa 3.500 euro, lo stesso mi ha detto che entro qualche minuto sarebbe arrivato suo figlio a prendere il denaro".

Detto, fatto: un ragazzo, il venticinquenne Domenico Russo, suona al citofono, entra con una valigia e inizia a incalzare l’anziana, che nel frattempo è ancora al telefono con il fantomatico legale e con l’altrettanto farlocco "maresciallo Di Marco": man mano che la padrona di casa apre le casseforti, lui prende in consegna gli oggetti di valore e li fotografa. A un certo punto, Caproni cerca di allontanarsi per chiamare la figlia, ma i truffatori non glielo consentono; quando finalmente la donna riesce in qualche modo a mettersi in contatto col figlio, che in realtà sta benissimo, il ragazzo con il trolley è già sparito.

Le telecamere lo immortalano in strada prima e dopo il colpo (con un complice ancora ricercato) e lungo il tragitto verso la Centrale, dove viene ripreso mentre sta aspettando un treno (il biglietto lo acquisterà a bordo) L’analisi a posteriori dei tabulati fa emergere che i "centralinisti" si trovavano in uno stabile del quartiere napoletano di Forcella e che all’improvviso si sono mossi verso la stazione Garibaldi per prendere un treno per Roma: faranno da "scorta" al trolley per riportarlo in Campania, affidandolo all’incensurata ventiduenne Maria Amoroso.

Le verifiche con il sistema di riconoscimento facciale Sari rimandano le identità delle due persone che erano con lei: i pregiudicati Luigi Giuliano, 42 anni, e Rosaria Maranta, 56. Il 9 febbraio scattano le perquisizioni: a casa di uno degli indagati, vengono ritrovati duemila euro in una confezione di pannolini. Ieri le manette.