Da Vasco alla Tagli, vip beffati sui diamanti

Nel mirino cinque banche per il presunto raggiro milionario agli imprenditori

Federica Panicucci avrebbe perso nell’investimento 54mila euro

Federica Panicucci avrebbe perso nell’investimento 54mila euro

Milano, 20 febbraio 2019 - Da Vasco Rossi Rossi a Diana Bracco, da Federica Panicucci a Simona Tagli. Tutti vip truffati nel mercato delle pietre preziose. Diamanti venduti a prezzi gonfiati rispetto al loro valore reale, con false quotazioni pubblicizzate sui giornali e con l’intermediazione anche di istituti di credito. È il fulcro dell’inchiesta della Procura su una presunta maxi truffa da centinaia di milioni di euro ai danni di risparmiatori, investitori ma anche clienti vip.

Ieri il nucelo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo da oltre 700 milioni di euro, anche carico di cinque banche indagate, Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti. Tra gli indagati, una settantina in totale, figura anche il dg di Banco Bpm, Maurizio Faroni, accusato di concorso in truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. Il maxi sequestro, firmato dal gip Natalia Imarisio, è stato disposto nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Grazia Colacicco, aperta due anni fa, per fatti che vanno dal 2012 al 2016, anche a seguito di un’indagine giornalistica della trasmissione “Report”. Lunghissimo l’elenco dei clienti che sarebbero stati raggirati. Tra i nomi noti, oltre a quello della rockstar di Zocca, che avrebbe perso circa 2,5 milioni di euro, anche l’industriale Diana Bracco (più di un milione), la conduttrice tv Federica Panicucci (54mila euro) e l’ex showgirl Simona Tagli (29mila euro).

Secondo l’accusa, le due società Idb (era amministrata da Claudio Giacobazzi che, da indagato, nel maggio 2018 si suicidò) e Dpi avrebbero fatto acquistare, senza nemmeno le necessarie informazioni, diamanti a investitori e risparmiatori gonfiando anche del doppio il valore rispetto a quello di mercato. Per gli inquirenti, gli istituti di credito non solo sarebbero stati consapevoli del meccanismo truffaldino, ma avrebbero avuto anche «un ruolo fondamentale» di intermediazione tra le società e i clienti e di «collocamento» delle pietre preziose vendute.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro