Bonus facciata, truffa milionaria sui crediti d’imposta e condomini beffati due volte

Sequestrati 2,6 milioni. Gli inquilini avevano pagato tra il 10 e il 50 per cento per la ristrutturazione edilizia mai eseguita

La maxi frode dei bonus edilizi.  I lavori erano solo di facciata

La maxi frode dei bonus edilizi. I lavori erano solo di facciata

Milano, 20 luglio 2023 – Si assicuravano i bonus facciata ma i lavori non erano mai stati fatti. L’operazione parte dalla Toscana ma coinvolge decine di cantieri in Lombardia tra Milano, Monza e Varese

Il sequestro

Il gip di Pisa ha disposto infatti il sequestro preventivo di circa 2,6 milioni di euro relativi a contributi indebitamente percepiti sotto forma di crediti d'imposta relativi ai cosiddetti bonus facciate e ristrutturazioni edilizie: secondo un'indagine della Guardia di finanza di Pisa, i lavori non sarebbero mai stati eseguiti. Denunciati i 2 amministratori di una società  edile di Pisa per indebita percezione di erogazioni pubbliche.

L’inchiesta

L'indagine, nata da un controllo fiscale sui bonus in materia edilizia, ha consentito, spiega la Gdf, "di disarticolare un complesso sistema fraudolento, basato sull'emissione da parte di una società di un numero consistente di false dichiarazioni" per attestare "fittiziamente l'esecuzione di lavori edili per 3 milioni di euro, in prevalenza per il cosiddetto bonus facciate, nei confronti di vari condomini, in realtà  mai" fatti o "eseguiti per importi nettamente inferiori". I militari hanno scoperto nella quasi totalità dei casi la mancata esecuzione dei lavori e l'assenza di ponteggi.

Condomini beffati

Per i "malcapitati condomini", aggiungono le Fiamme gialle, "oltre al danno la beffa" per aver "sborsato una somma pari al 10% o del 50% nei confronti dell'impresa edile per l'agognata ristrutturazione" non eseguita.

La truffa

Gli indagati, presentando false dichiarazioni avrebbero invece conseguito "indebiti contributi sotto forma di crediti d'imposta", col meccanismo dello sconto in fattura: solo il sequestro preventivo, spiega la Gdf ha "impedito l'introduzione e la circolazione, nel circuito economico legale, di crediti di imposta indebitamente percepiti, tra l'altro, utilizzabili in compensazione con debiti tributari o cedibili a terzi”.