"Troppo pericolosa e dannosa Spostate la ciclabile di Baires"

Verdetto senza appello dei commercianti. Su 136 aziende l’81% chiede di rivedere la viabilità

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di Annamaria Lazzari

I commercianti di corso Buenos Aires bocciano con percentuali bulgare la pista ciclabile di corso Buenos Aires. Secondo una fresca indagine condotta dalla Rete associativa vie di Confcommercio Milano (con le risposte di 136 aziende) il 92% delle attività commerciali sulla via dello shopping meneghino ritiene che la pista ciclabile (introdotta nel 2020) abbia avuto un impatto negativo generale sulla mobilità. E l’81% chiede che la pista venga spostata su un asse parallelo (realizzando un itinerario ciclabile attraverso azioni di moderazione della velocità e sfruttando ove possibile la rete già esistente nell’area). "Il dato che consegue dal giudizio emerso nell’indagine è chiaro: la pista ciclabile di corso Buenos Aires ha generato il caos. Teniamo conto che nessuna attività interpellata si è dichiarata contraria di principio alle piste ciclabili. Ma ha espresso un parere inequivocabile su questa pista ciclabile che, quasi quotidianamente, è fonte di ingorghi, rallentamenti, ostacoli per i mezzi di soccorso" commenta Gabriel Meghnagi, presidente della Rete associativa vie di Confcommercio Milano e componente della cabina regia del Duc Distretto del Commercio Baires (e presidente di Ascobaires). Per il 55% dei commercianti l’introduzione della pista ciclabile ha inoltre inciso negativamente sul fatturato dell’attività e per il 67% delle aziende conseguenze negative ci sono state anche nel carico e scarico merci.

"Con quest’indagine vogliamo dare un nostro contributo propositivo per una doverosa riflessione da parte del Comune. Se il giudizio è stato espresso in un periodo che ancora risente del clima-Covid, cosa accadrà quando Milano riacquisterà la piena mobilità?" si chiede Meghnagi. Di tutt’altro tenore la lettura del tracciato ciclabile fornita da Guia Biscaro, presidente di Fiab-Milano Ciclobby, secondo cui l’infrastruttura è assolutamente necessaria: "Buenos Aires è un asse che collega Sesto San Giovanni al centro di Milano. Con la realizzazione del percorso dedicato, il transito delle biciclette, secondo la nostra rilevazione dello scorso settembre, è aumentato del 110% rispetto all’anno precedente. Non sono solo i giovani a muoversi pedalando: ci sono anziani che non possono più guidare e stranieri che non arrivano in città in automobile. Il tracciato non dev’essere cancellato ma semmai migliorato". L’ipotesi di un percorso alternativo non la prende neppure in considerazione: "I ciclisti non sono pezzenti e hanno tutto il diritto di procedere su asse dritto che consente di pedalare senza troppe interruzioni e che si ha inolre l’interesse di frequentare per la presenza di negozi, gelaterie e bar". Per Biscaro, la riduzione del fatturato delle attività commerciali è imputabile "alla pandemia, alle chiusure e alla riduzione del lavoro. Non è la pista ciclabile ad essere il problema, semmai la quantità di automobili in circolazione. Francamente la battaglia di chi è contrario non la capiamo. Non solo per una questione di qualità della vita ma anche per il commercio: chi frequenta l’arteria attraversandola in bici o percorrendola a piedi non ha lo stress del parcheggio".

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