
Troppi Neet, pochi laureati. Italia lontana dalla Corea del Sud: "La scuola è da svecchiare"
"Meno del 30% dei giovani italiani in età tra 25 e 34 anni è laureato. Una quota che ci colloca tra la Costa Rica e il Messico. Siamo lontanissimi dalla Corea del Sud (sopra il 70% di laureati tra i giovani), ma anche da paesi come Francia (al 50%, con molti più giovani) e Spagna". Francesco Billari apre il suo primo anno da rettore dell’università Bocconi con una sfida, ricordando il ruolo di "ascensore sociale, che deve essere la stella polare per istituzioni come la nostra", anche considerando il quadro demografico. Da una parte c’è l’Italia, col "minimo storico delle nascite" e una percentuale di Neet, ragazzi che non studiano né lavorano, che inquieta: "Sono circa un quarto delle ragazze e più di un quinto dei ragazzi tra 15 e 29 anni". Dall’altra c’è un "mondo pieno di giovani". "Siamo nel momento di “picco” come numero assoluto di giovani nella storia", ricorda Billari, demografo, dando i numeri: 144 milioni di nati del 2012, "saranno probabilmente la coorte di nascita più grande mai vista nella storia dell’umanità. I nati nel 2012 avranno 18 anni nel 2030. E proverranno in gran parte dall’Africa, dall’altra sponda del Mar Mediterraneo". Il mezzo c’è il mondo della scuola e dell’università. Una scuola da rivoluzionare "che non riesce a fare raggiungere competenze di base a un gran numero di bambini e di ragazzi", ricorda citando i dati Invalsi. "La situazione odierna è figlia di una scuola ancien régime, in gran parte ancorata alla Riforma Gentile varata nel 1923, per rispondere alle esigenze e al pensiero dominante di un mondo che oggi non esiste più – sottolinea il rettore –. Se non interveniamo e invertiamo la rotta i ventenni di oggi si troveranno in futuro in una società troppo vecchia per prendersi cura di sé e dell’ambiente, con troppi pochi giovani e ancor meno talento". Riparte dall’università, dall’impatto che deve avere, dalla necessità di intercettare e attrarre talenti oltreconfine. "Essere un polo d’attrazione, come città, Paese e come continente, è un’opportunità che va sfruttata in quanto tale e non considerata solo come emergenza o rischio", sottolinea, ricordando i flussi migratori da gestire. Torna sull’impegno per sbloccare l’"ascensore sociale": "Sono 4.236 gli studenti che nel 202223 hanno ricevuto un sostegno economico sotto forma di borse o agevolazioni, il 30,8% della comunità studentesca. Per il 10% dei nostri iscritti il sostegno ha coperto l’intero contributo delle tasse universitarie". Si danno da fare "per cambiare il mondo" i giovani: mille studenti sono stati coinvolti nel 2023 in attività di volontariato. E da quest’anno chi svolgerà attività di impatto sociale otterrà anche un riconoscimento accademico formale.
"Missioni dell’università non sono solo lo sviluppo e la diffusione della conoscenza, ma anche la promozione della crescita economica e della mobilità sociale – sottolinea anche il presidente di Bocconi, Andrea Sironi –. Formare i giovani e offrire loro opportunità è un importante fattore di crescita e di sviluppo del sistema economico e sociale. La riduzione delle disuguaglianze è anche il faro che guida Ngozi Okonjo-Iweala al Wto". È stata lei, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale per il commercio e prima donna e prima africana a ricoprire la carica di direttore generale della Wto, ad aprire l’anno accademico della Bocconi.