Dal prossimo lunedì (7 agosto) Giuseppe Calicchio sarà il nuovo direttore sociosanitario dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Sette Laghi, competente per la provincia di Varese, sostituendo Barbara Lamperti. Una nomina che, vista da Milano, avvalora e rende ancora più vicino lo scenario di un commissariamento di quel Pio Albergo Trivulzio del quale proprio Calicchio è direttore generale dal 2019. Il nuovo incarico alla ASST Sette Laghi ha per Calicchio – uomo di Palazzo Lombardia, considerato che è stato anche nella Direzione Generale del Welfare – l’aria di un’onorevole exit strategy prima della grande svolta. A raccoglierne il testimone sarà con tutta probabilità Francesco Paolo Tronca, abituato a cariche commissariali essendo stato, nel recente passato, commissario straordinario di Roma oltre che Prefetto di Milano. Oggi è presidente della Fondazione Beic, chiamata a concretizzare il progetto della nuova Biblioteca Europea d’Informazione e Cultura a Porta Vittoria, a Milano. Un secondo indizio che pare confermare l’imminenza del commissariamento del Trivulzio è quanto avvenuto ieri nel corso della seduta del pre-Giunta, vale a dire la riunione nella quale si selezionano i provvedimenti che saranno poi messi sul tavolo del governatore Attilio Fontana e dei suoi assessori nella vera e propria seduta di Giunta, in programma martedì 8 agosto: tra quelle selezionate c’è anche la delibera che riguarda proprio la riorganizzazione del Pio Albergo Trivulzio. L’incarico di Tronca dovrebbe durare 6 mesi più 6, come prassi in questi casi. All’interno di Fratelli d’Italia, primo partito della coalizione di centrodestra, permane ancora qualche resistenza alla soluzione del commissariamento: un fatto che non può essere sottovalutato. Così come non va tralasciato che Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, lunedì incontrerà i vertici della Baggina. Ma, nonostante tutto, lo scenario più plausibile resta quello descritto. La due diligence condotta dall’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario fotografa, infatti, una situazione emergenziale per quanto riguarda il conto economico del Pat, con uno sbilanciamento milionario provocato dal drastico calo del core business storico (le strutture per anziani) che né gli sforzi per crescere in altre attività (la riabilitazione extraospedaliera, le cure intermedie, domiciliari, l’ambulatoriale), né gli introiti di un patrimonio immobiliare frutto di secoli di donazioni hanno potuto compensare. La boccata d’ossigeno arrivata con l’assestamento di Bilancio della Regione – alle Aziende di Servizi alla Persona (ASP) sarà rimborsato il 100% dei budget assegnati per il 2021 e il primo trimestre 2022 – si ferma alla fine dello stato d’emergenza Covid. E la praticabilità dell’ipotesi gradita ai vertici del Pat di trasformarsi da ASP a ASST non è immediata.
Giambattista Anastasio