
Metal detector all’ingresso
Milano, 24 aprile 2015 - «Ho una pistola nella valigetta, posso entrare in Tribunale?». È rimasto spiazzato un addetto alla security che da anni lavora al Palazzo di Giustizia, quando ieri alle 10 si è visto comparire davanti un notaio di 60 anni che, candidamente, gli ha chiesto se poteva portare con sé la propria arma. «È venuto nel nostro ufficio all’ingresso di via Freguglia e mi ha mostrato il porto d’armi», racconta il dipendente della All System, società che insieme alla Securpolice sorveglia gli ingressi.
«Mi ha chiesto come si doveva comportare dopo la sparatoria di due settimane fa – spiega la guardia giurata – non sapeva se poteva ancora tenere nella sua valigetta la pistola, come aveva sempre fatto, o se doveva depositarla. Mi ha chiesto se poteva lasciare l’arma in custodia a noi o ai carabinieri in servizio in Tribunale». Scrupolo tardivo perché il notaio, con regolare tesserino, era già entrato attraverso l’accesso riservato a chi - come magistrati, dipendenti, avvocati, forze dell’ordine e notai - frequenta per lavoro il Tribunale. Anche ieri, come tutte le altre volte, non era passato sotto il metal detector ed era diretto all’Archivio Notarile, in un’ala del Palazzo di Giustizia che si affaccia su via Freguglia.
A quel punto l’addetto alla security gli ha ricordato che in Tribunale con un’arma non si può entrare e lo ha scortato all’uscita, invitandolo a tornare a casa e a metterla al sicuro. La pistola, anche se si ha un regolare porto d’armi come il notaio, per non infrangere la legge deve essere custodita in cassaforte o in un luogo sicuro. Certo è che chi non è obbligato a far passare borse e giacche sotto il metal detector, entrando dall’ingresso riservato agli ‘addetti ai lavori’, non avrebbe difficoltà, anche dopo la sparatoria scatenata il 9 aprile da Claudio Giardiello, a entrare armato. «Conosco almeno cinque avvocati che, forse perché si sentono minacciati, hanno la pistola regolarmente con sé, anche in aula», conferma un altro vigilante. Negli ultimi mesi, poi, un poliziotto in pensione e un investigatore privato sono stati bloccati all’ingresso perché erano armati. «Li abbiamo accompagnati dai carabinieri che prestano servizio in Tribunale – ha concluso la guardia giurata – e ci hanno pensato loro».