Trezzano, un bus di Londra come seconda casa

Roberto Marino ha dato una nuova vita a un Double Decker

, Roberto Marino costruisce una casa all'interno dell'autobus inglese

Spf Trezzano sul naviglio Per Stimolo - Cerri - Pincioni.

Milano, 30 settembre 2019 - Negli anni Sessanta l’autobus a due piani rosso viaggiava per le strade londinesi. Numero 148, come scritto sull’insegna originale, insieme al nome del celebre quartiere, Notting Hill. Dopo 60 anni, quel bus torna a vivere grazie all’idea di un imprenditore edile con la passione per il bricolage, Roberto Marino, di Trezzano sul Naviglio, che ha realizzato «un sogno», come lo descrive lui, anche se «per molti può sembrare una follia». La passione per il fai da te gli ha fatto guadagnare il soprannome di Bob aggiustatutto, come il personaggio dei cartoni animati. Così Roberto da un autobus a due piani è riuscito a ricavare un appartamento dotato di ogni spazio e comfort. Soggiorno, cucina, persino una pensilina con un patio esterno, nella parte sotto. Sopra, la zona letto, con la camera matrimoniale, una cameretta per le sue due bambine e un bagno.

«L’idea originale era di utilizzare un vecchio pullman dell’Atm, poi ho optato per l’autobus londinese – ricorda l’artefice del progetto –. L’ho trovato dopo tante ricerche a Caserta: il proprietario lo aveva acquistato anni prima, voleva farlo diventare un pub ma per problemi di spazio ha dovuto abbandonare l’idea. Per me, una botta di fortuna». Circa 5mila euro per il mezzo, a cui si sono aggiunti quasi 4mila per il trasporto: l’altezza di quattro metri, infatti, ha reso «complicatissimo portarlo su, ma alla fine ce l’ho fatta», sorride Roberto che ha deciso di costruirne una residenza estiva all’interno del campeggio di Ponte Barberino, a Bobbio, Piacenza. Un’abitazione insolita dove passare le vacanze e meta turistica per tanti visitatori, incuriositi dall’impresa. E «a chi viene a trovarci regaliamo un biglietto originale dell’autobus, datato 1963». Cinquanta giorni di lavoro per il restyling, concluso ad agosto con una grande inaugurazione: «Un sogno nel sogno – ricorda l’imprenditore edile –: a sorpresa, mentre tagliavamo il nastro, ho chiesto alla mia compagna Silvia, che mi ha aiutato a realizzare il progetto, di sposarmi». Proprio lì, davanti a un esempio di design funzionale e unico: «In Italia esistono altre strutture ricavate da mezzi pubblici – spiega Roberto – ma riutilizzati solo come pub e ristoranti». Come abitazione, il trezzanese è l’unico ad aver compiuto l’eccezionale impresa. 

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