Trenord all'attacco: "Gli assembramenti? Colpa dei pendolari"

La reazione dopo la denuncia dei viaggiatori che sono tornati a riempire i treni della Milano-Mortara a lockdown finito

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Per Trenord la colpa degli assembramenti sui treni della Milano-Mortara sarebbe... dei pendolari. Ma questi ultimi non ci stanno, e contrattaccano. Complici i disagi di questi giorni, concentrati soprattutto nel tardo pomeriggio, i viaggiatori della Mi-Mo hanno dovuto ingegnarsi per raggiungere casa, spesso dovendo fare i conti con ritardi e corse parzialmente o totalmente saltate. Come si può intuire, questo ha portato alcuni treni a dover sopportare un carico di passeggeri superiore alla norma; in particolare, per due giorni consecutivi, il “fardello” è ricaduto sul 18.08 da Milano Porta Genova.

Alle lamentele dei pendolari che martedì hanno certificato con foto un evidente assembramento, però, l’azienda ha risposto spiegando che "il numero di viaggiatori a bordo durante il viaggio non ha mai raggiunto il limite indicato dall’ordinanza di Regione Lombardia, che consente di occupare il 50% dei posti a sedere e il 15% di quelli in piedi". Stesso discorso per quanto riguarda le corse interessate da ritardi nella giornata (disastrosa, causa un problema al passaggio a livello tra Parona e Abbiategrasso) di mercoledì. E allora? Allora la spiegazione di Trenord è stata che i viaggiatori non si sono distribuiti in maniera corretta all’interno del treno; il quale, lo ricordiamo, in regime di contingentamento può portare circa 400 persone sedute. Una spiegazione che non ha convinto il presidente dell’associazione pendolare MiMoAl, Franco Aggio: "Il numero di viaggiatori sui singoli treni della Milano-Mortara che vediamo sull’applicazione è frutto di una stima basata sullo storico, non di un dato in tempo reale. Questo significa che non si può sapere se un determinato convoglio ha superato o no la capienza massima, a meno che il capotreno non passi a contare ogni singolo viaggiatore. Per questo noi preferiamo non dare numeri ma affidarci alle persone e alle loro testimonianze".

E in effetti era stata la stessa Trenord a spiegare che solo il 30% dei dati sulla circolazione generale sarebbe stato fornito “in real time“. "Ogni anomalia nella circolazione si ripercuote sul primo treno disponibile – ha continuato Aggio –. Ad esempio mercoledì la soppressione di una corsa e un contemporaneo ritardo hanno portato i viaggiatori che di solito sono distribuiti su tre corse a concentrarsi sul 18.08. Altro che assembramento creato dai pendolari". © RIPRODUZIONE RISERVATA

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