Treni, Milano-Mortara linea peggiore della Lombardia. La classifica Pendolaria 2023

Il rapporto di Legambiente sullo stato di salute del trasporto ferroviario in Regione: i dati e i nodi da sciogliere

Milano, 22 febbraio 2023 - Locomotiva d'Italia sì  ma anche la Lombardia che vanta la flotta più grande d’Italia deve migliorare sul fronte del trasporto ferroviario. Lo conferma arriva da Pendolaria 2023, il documento in cui ogni anno Legambiente traccia l’andamento del trasporto pubblico su rotaia. Nonostante i consistenti investimenti e il rinnovo del parco treni, criticità e problemi non mancano. L'obiettivo è migliorare le prestazioni del servizio per evitare fino a 200mila viaggi in auto al giorno.

L'indagine di Legambiente 2023
L'indagine di Legambiente 2023

Viaggiatori in calo

Gli effetti della pandemia ancora si fanno vedere sul trasporto pubblico. Nel 2019 in Lombardia si contavano 820mila viaggiatori al giorno sui treni regionali, nel 2021 si è registrato un calo del -30,5% arrivando ai livelli simili al 2009, ed anche nel 2022 le stime per la Lombardia attestano che un viaggiatore su 5 ha abbandonato il treno dopo l’epidemia. "Da troppi anni raccontiamo nel rapporto Pendolaria dei disagi e dei disservizi del servizio ferroviario che i pendolari subiscono ogni giorno, evidenziati dai racconti e i report dei comitati pendolari - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. La preoccupazione dovrebbe essere quella di recuperare gli oltre 150mila viaggiatori al giorno che, dopo la fine del periodo pandemico, non sono ancora tornati ad occupare i loro posti sulle carrozze. O si è capaci di rispondere oppure meglio aprire il servizio ferroviario regionale alla concorrenza accettando l’ingresso di operatori più competitivi".

Le peggiori

Sono infatti tutte e tre pavesi le direttrici ferroviarie tra le linee peggiori della nostra regione. Ma se il primo posto riguarda una diramazione secondaria, tra Voghera e Stradella, su cui viaggiano per breve tratta poche centinaia di viaggiatori, al secondo troviamo la ferrovia che, passando per Mortara, Vigevano e Abbiategrasso, trasporta ogni giorno da e per Milano un carico di oltre 16mila passeggeri (erano 20.000 pre-pandemia). Una linea che potrebbe trasportare molti più passeggeri, con grande beneficio per una rete stradale congestionata, se il servizio offerto da questa importante linea di trasporto regionale si dimostrasse all’altezza della missione che gli viene assegnata, ovvero quella di servire una concentrazione urbana di oltre 100mila abitanti distribuiti sulle due sponde lombarde del Ticino

Il nodo da sciogliere

Il raddoppio della tratta tra Albairate e Mortara, di circa 26 km, risulta il nodo principale da risolvere per permettere un miglioramento del servizio. Gli interventi infrastrutturali ancora da completare sono sospesi fino al loro finanziamento e mancano poco meno di 177 milioni di euro sui 572 milioni previsti per l’intera opera. Una linea che dal 1870, anno della sua inaugurazione, è rimasta a singolo binario, con le limitazioni e i disservizi che ci si può aspettare da una infrastruttura che non è stata mai realmente ristrutturata nell’arco di oltre 150 anni e nel fgrattempo  la è quadruplicata la popolazione dei due maggiori centri attraversati.

Altri disagi

Tra le altre linee che subiscono costanti disagi in questa regione vanno segnalate la Milano-Lecco-Sondrio, la Brescia-Cremona e la Brescia-Casalmaggiore-Parma, con soppressione di corse e tagli ai collegamenti serali verso i capoluoghi delle province più periferiche. O la Brescia-Edolo, la cui offerta si compone di treni con cadenzamento nemmeno biorario, su orari che non tengono nessun conto delle esigenze dell’utenza e con una percorrenza, su una tratta complessiva di 100 km, mai inferiore alle due ore, ma spesso molto superiore a causa di frequenti interruzioni della linea dovute a materiale e infrastrutture ammalorate e vetuste. La soluzione, secondo Regione Lombardia, dovrebbe essere nella "Hydrogen Valley", la sostituzione delle motrici diesel-elettriche con nuovi treni a idrogeno. Una alternativa all’elettrificazione, più costosa e per nulla performante sotto il profilo energetico e nemmeno del miglioramento del servizio.

Le note positive 

  • Cislago: nel dossier Pendolaria spazio anche alle buone pratiche. In Lombardia si annoverano la nuova velostazione Ferrovienord a Cislago (VA), realizzata ampliando e riqualificando la vecchia struttura che ospitava 20 posti e portandola all’attuale capienza di 36 posti biciclette, inaugurata il 28 novembre 2022. Il parcheggio è dotato di help point, sistema di videosorveglianza e illuminazione notturna per garantire la sicurezza agli utenti in qualsiasi momento.
  • M4: a Milano l’apertura della M4 blu, inaugurata il 26 novembre 2022 nel tratto più a est che collega l’aeroporto di Milano Linate (Segrate) con Dateo. Così come la M5 anche la M4 è a guida automatica, la velocità che il treno può raggiungere si aggira attorno agli 80 km/h e la frequenza dei treni negli orari di punta è stimata essere di 90 secondi. Il prossimo giugno 2023 dovrebbero vedere l’apertura altre due stazioni, nella tratta Dateo-San Babila con la connessione con la M1, mentre il completamento dei lavori è previsto per il 2024 con 21 fermate per un totale di 15 km. A Dubino (SO) il rifacimento della stazione cofinanziato da Regione Lombardia e RFI insieme al potenziamento del collegamento da e per la Valchiavenna. La struttura della stazione è stata adeguata agli standard europei previsti per i servizi metropolitani riguardanti le norme dell’accessibilità.

  

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