REDAZIONE MILANO

Tre amici e quattro Pavè. E ad agosto non si va in vacanza

La passione per la tradizione e il rispetto dei clienti sono le stelle polari per i giovani imprenditori Luca, Giovanni e Diego

Non amano il pensiero unico e si vede. Nemmeno l’esibizionismo di chi cerca di presentarsi migliore di quello che è. E riescono a fare il miracolo: avere come regola assoluta, il rispetto: delle materie prime, dei dipendenti, dei clienti (tanti) che hanno imparato ad apprezzare i prodotti "Pavè" considerandoli speciali. Lo sono anche loro, i tre amici e soci, Luca, Giovanni e Diego, che hanno fatto di questo locale meneghino un vero smart brand della pasticceria contemporanea. E fa piacere che dopo tanto, troppo tempo con la saracinesca abbassata (per via del Covid), abbiano deciso di riavviare l’attività, prendendo atto dei nuovi protocolli decisi dal Governo ma anche decidendo in autonomia la riapertura dei loro quattro locali, in particolare dell’hub di via Felice Casati e della Gelateria di via Cesare Battisti. Prima, scaldando i motori da soli, in tre, poi richiamando gradualmente i 30 dipendenti che formano la brigata del più "berlinese" dei caffè-pasticceria a Milano. Risultato: in Casati ci si può finalmente andare (8,30-12) per consumare, al banco e non ancora ai tavoli (idem in gelateria, 12,30-17,30) ma anche per l’asporto, novità che ovviamente deve avere scaldato il cuore dei tre boys del Pavè (www.pavemilano.com) abituati a mettere nei loro impasti un sacco di valori etici.

Come per il servizio di delivery (presto esteso anche all’hinterland) affidato ad una start-up anch’essa attenta alla sostenibilità – la "Urban Bike Messengers" – per consegne a domicilio che vanno prenotate il giorno prima e vengono portate a destinazione nelle fasce orarie 8,30-11 e 12-12,30. Che poi, significa, vedersi recapitare a casa delizie come il pane, le brioches, le sfoglie, gli stessi gelati e chicche come la torta Tonka, la millefoglie e la Saint-Honoré. Non male per un locale di pochi anni che già all’inizio aveva fatto parlare di sé sfoggiando arredi spaiati che Luca, Giovanni e Diego si erano fatti regalare da nonni, genitori, zii e guadagnando in un amen gli applausi delle guide specializzate. Il futuro prossimo? Di questi tempi resta un’incognita. Ma se servono certezze, una è garantita: in agosto, Pavè non andrà in vacanza. Per il famoso rispetto. E non serve precisare a chi sia rivolto.

Paolo Galliani