MARIO CONSANI E NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, traffico di ormoni della crescita: 20 indagati

L’inchiesta dei ghisa partita dalla denuncia di un medico del San Raffaele. Nei guai un manager di una multinazionale e un nutrizionista

Un culturista

Milano, 5 marzo 2020 - Solito schema: ricette e timbri rubati per impossessarsi di dopanti da smerciare ai frequentatori di palestre e centri specializzati per il dimagrimento. A cavallo tra gennaio e febbraio, una doppia operazione del Nas dei carabinieri aveva smantellato due gruppi distinti che lucravano su prodotti molto pericolosi e che possono essere assunti soltanto dietro prescrizione medica. Un’indagine del tutto analoga, apprende ora il Giorno, è stata condotta nei mesi scorsi dagli agenti della Squadra interventi speciali della polizia locale, sotto il coordinamento del pm Mauro Clerici: in questi giorni, i ghisa stanno notificando gli avvisi di chiusura indagini alle venti persone coinvolte. Tra loro spiccano i due personaggi-chiave della storia: un manager quarantenne di una notissima multinazionale di consulenza e servizi tecnologici e un nutrizionista biologo di 36 anni, che risultano entrambi indagati per ricettazione e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale.

Gli approfondimenti investigativi sono scattati nel maggio scorso, quando un farmacista della zona di viale da Cermenate ha inviato una mail a un medico del San Raffaele per accertarsi che fosse stato lui a emettere una ricetta “rossa“ per alcune confezioni di Genotropin, un medicinale abitualmente somministrato ai bambini che hanno difficoltà di crescita. Il camice bianco di via Olgettina, che non aveva mai firmato una ricetta del genere e che è specializzato in una branca della medicina che nulla a che vedere con quel tipo di farmaci, si è subito allarmato e ha segnalato il furto del suo timbro a una pattuglia della polizia locale in presidio in ospedale. Da lì sono partiti gli approfondimenti degli specialisti della Sis, che hanno immediatamente contattato il farmacista-sentinella per incontrarlo: i ghisa hanno così visionato la ricetta timbrata e acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza interna, che hanno ripreso l’uomo che aveva materialmente richiesto i farmaci, una persona distinta sulla quarantina. Il farmacista ha precisato di non aver consegnato il Genotropin al fantomatico paziente, invitato a ripresentarsi dopo due giorni, aggiungendo poi un dettaglio decisivo per identificarlo: l’uomo ha acquistato una confezione di profilattici pagandola con carta di credito.

Dai dati della transazione , gli agenti sono risaliti al dirigente di una multinazionale. Passo dopo passo, i segugi di piazza Beccaria hanno scoperto che anche le ricette erano state rubate, a un medico di base che non si era accorto del furto di cinque blocchetti per 200 ricette complessive e per questo non aveva sporto denuncia. Il telefono del dirigente è stato messo sotto intercettazione, e dall’analisi delle chiamate sono emersi contatti continui con un nutrizionista biologo che nel recente passato ha lavorato anche al San Raffaele e in alcune strutture della Resnati (una società interamente controllata dal gruppo di via Olgettina che gestisce due poliambulatori a Milano e uno a San Donato Milanese) e che svolge anche il ruolo di consulente per centri benessere e dimagrimento, compreso uno molto rinomato in provincia di Brescia. A quel punto, è andata in scena la prima perquisizione, a casa del manager: lì i vigili, stando a quanto risulta, avrebbero trovato quattro-cinque confezioni di medicinali e alcune delle ricette (in totale ne sarebbero state utilizzate una quarantina) trafugate dallo studio del medico di base. Poi il secondo blitz a casa del nutrizionista, dove gli investigatori hanno sequestrato quattro timbri che sono risultati rubati ad altrettanti medici del San Raffaele.

Oltre al Genotropin , sembra che i due si procurassero illecitamente anche l’Aldactone, un diuretico che facilita l’eliminazione di acqua e sali dall’organismo e che come, l’ormone della crescita, figura nell’elenco delle sostanze dopanti costantemente aggiornato dal Ministero della Salute. Da quanto ricostruito dalle indagini, il manager (molto attento alla sua forma fisica come gli altri “clienti“) e il nutrizionista si sono conosciuti in uno dei centri privati per i quali il secondo lavora come consulente; in totale, i ghisa hanno rintracciato altre diciotto persone, indagate a loro volta, che si rifornivano dai due. "Questa inchiesta – chiosa il segretario del Sulpm Daniele Vincini – dimostra ancora una volta che la polizia locale agisce a 360°, occupandosi anche della tutela della salute dei cittadini". Poco meno di un mese fa, due operazioni in serie dei militari del Nucleo antisofisticazioni avevano smantellato due organizzazioni ancor più articolate che, utilizzando ricette rubate a specialisti ignari, rifornivano a pagamento una rete di personal trainer, bodybuilder professionisti e frequentatori di palestre: in un caso, i carabinieri avevano accertato che il giro d’affari si aggirava sui 200mila euro l’anno.