Traffici illeciti, rifiuti d’oro: "Centomila euro in sette giorni"

Parole al telefono di uno dei “trafficanti“ arrestati ieri nel blitz del Noe in mezza Italia. Nell’inchiesta anche le discariche del Milanese

Discarica abusiva di Cascina

Discarica abusiva di Cascina

Milano, 28 magio 2020 - Magari al telefono l’imprenditore del pattume esagerava un po’: "Potrei incassare 100 mila euro alla settimana...". Ma chissà. E comunque c’è anche Milano e il suo territorio nella mappa della Terra dei fuochi qui a nord-ovest.

Roghi, traffico di rifiuti, discariche abusive. Con il nuovo capitolo scritto ieri dalle 16 ordinanze cautelari firmate da un giudice torinese - eseguite con arresti in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Calabria e Sicilia - le indagini condotte dai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico di Milano, hanno permesso di smantellare un’organizzazione accusata di aver smaltito illecitamente circa 23.000 tonnellate di rifiuti provenienti - su diversi canali - da vari impianti del nord Italia.

A Pregnana Milanese, alle porte della metropoli e a Ossona, ai confini con il Novarese, due ex capannoni industriali ospitavano illecitamente rifiuti indifferenziati urbani e speciali, un terzo a Oltrona San Mamette, nel Comasco. Il traffico si realizzava attraverso un flusso di materia prima reso possibile con operazioni illegali di due tipi: i “trasbordi” e l’uso del “giro bolla“. Nel primo caso i rifiuti in entrata in modo lecito negli impianti venivano scaricati dagli automezzi ma solo per alcune ore. Poi finivano ri-caricati su un altro camion (gli indagati la chiamavano “navetta“) e smaltiti abusivamente nei capannoni industriali prescelti. Nel caso della “bolla“, invece, veniva rilasciato un documento di trasporto che attestava formalmente il trasferimento di materiale ottenuto da operazioni (fittizie) di recupero o riciclaggio, ma la spazzatura finiva direttamente nelle discariche abusive.

Comunque, erano in molti a sporcarsi le mani ma per profitti elevatissimi. Imprenditori, per dir così, collegati a società conosciute nel settore, formalmente titolari dell’autorizzazione al trattamento dei rifiuti che però finivano per destinare la spazzatura a tutt’altro luogo. Ma poi c’era chi organizzava il trasporto e chi si occupava dell’intermediazione tra le ditte di raccolta e i luoghi di stoccaggio. Fino a chi curava la fase più “delicata“ del processo: il trasbordo del materiale da camion a camion. I proprietari dei capannoni dismessi talvolta erano complici pure loro, convinti a“‘mettere a reddito“ aree altrimenti inutilizzate. E a movimentare le balle di pattume erano spesso manovali extracomunitari pagati a giornata in nero. Alla fine, i rifiuti erano immessi nel circuito illegale coperti da bolle con un falso codice corrispondente a “plastica e gomma” oppure a ”imballaggi di materiali misti” (in base alla classificazione UE).

A Oltrona San Mamette, provincia di Como, tra gennaio e febbraio di due anni fa un ex capannone industriale venne stipato con 1.100 tonnellate di rifiuti. È nel marzo di quello stesso anno, quando ormai i carabinieri avevano scoperto la discarica abusiva, che nell’immobile occupato un tempo dall’ex tessitura Walter, al confine con Appiano Gentile, nel primo pomeriggio di un venerdì scoppiò un incendio. Partendo da lì, gli investigatori sarebbero arrivati a ricostruire il percorso dei rifiuti, incrociando altre indagini su altri incendi come quello di via Chiasserini, che oscurò la città con il suo fumo nero.

Sempre nel Milanese, un’altra discarica abusiva venne scoperta a Ossona, dove tra giugno e settembre di quel 2018 finirono illegalmente 1.200 tonnellate di rifiuti speciali "di origine diversa - scrive il gip torinese nel suo provvedimento - post consumo di uso comune e da produzione industrialeartigianale". E alle porte della metropoli, ecco un altro capannone industriale stipato abusivamente di rifiuti, nell’ottobre 2018, a Pregnana Milanese, un ex stabilimento industriale riempito con 900 tonnellate di spazzatura a peso d’oro. 

 

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