Milano, 8 novembre 2024 – Il doppio colpo in appartamento a Porta Venezia. Una delle proprietarie che vede i ladri in diretta sullo smartphone e chiama la polizia. Il rientro alla base nell'appartamento-covo di via Clitumno 11. Il segnale del tablet che indica proprio uno dei palazzi più degradati della zona di via Padova. E il blitz delle Volanti per bloccare sette cileni e recuperare la refurtiva per un valore complessivo di circa 50mila euro.
Il furto in diretta
La ricostruzione parte alle 19.30 di giovedì 7 novembre, quando una ventinovenne, in vacanza in Sicilia, telefona al 112 per segnalare che le immagini delle telecamere di videosorveglianza interna, trasmesse sul cellulare, mostrano i ladri in azione nella sua abitazione di via Castaldi. I poliziotti dell'Ufficio prevenzione generale della Questura, guidati dal dirigente Giuseppe Schettino e dalla funzionaria Annalisa Stefani, arrivano in pochi minuti, ma i ladri sono già lontani.
Il segnale del tablet
Poco dopo, la donna, che denuncia il furto di abiti e oggetti griffati per circa 18mila euro, richiama gli agenti per informarli che il segnale di geolocalizzazione del tablet indica via Clitumno 11. A quel punto, i poliziotti si appostano all'esterno dello stabile e vedono uscire un uomo di origine sudamericana: sotto il braccio tiene un Macbook avvolto nella carta stagnola, verosimilmente per inibirne il gps. Poi si accorgono che qualcuno ha appena chiuso la finestra dell'appartamento da cui è uscito l'uomo, segno che ci sono altre persone dentro. In effetti, in casa trovano altri sei cileni, di età compresa tra 19 e 47 anni, e il bottino di diversi colpi in abitazione: capi d'abbigliamento, borse di marchi di alta moda e Rolex, più l'armamentario dello scassinatore. Di più: il più anziano è pure destinatario di un ordine di carcerazione emesso nel 2019 e mai eseguito.
Il secondo furto
Arrivati in via Fatebenefratelli, gli agenti ricevono un'altra segnalazione: una trentatreenne statunitense, residente in via Broggi, fa sapere che il suo Macbook è stato geolocalizzato proprio in Questura. I poliziotti capiscono subito che si tratta di quello trovato al primo sudamericano bloccato in via Clitumno. A valle degli accertamenti investigativi, i sette vengono fermati con l'accusa di ricettazione; un provvedimento motivato dal pericolo di fuga, legato anche al fatto che i presunti ladri erano destinatari di diverse segnalazioni in area Schengen inserite dalle autorità giudiziarie tedesche, francesi e svizzere. Rintracci che denotano la capacità di muoversi facilmente sul territorio e quindi di scappare all'estero.