NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, teschi spediti via posta: è giallo

Trovati da un addetto Ups erano diretti negli Usa. Indaga la polizia. L’ipotesi: traffico di reperti archeologici

Il contenuto del pacco ha insospettito uno degli addetti del centro di controllo di tutta la corrispondenza

Milano, 1 settembre 2018 - Due teschi stipati in un pacco diretto negli Stati Uniti. Un altro ritrovamento identico nei giorni precedenti. E un’indagine appena iniziata per ricostruire con esattezza la provenienza di quei reperti e capire a chi fossero destinati. La sorprendente scoperta è avvenuta qualche giorno fa nella sede della società Ups di via Fantoli a Milano.

Stando a quanto siamo riusciti a ricostruire finora, nel tardo pomeriggio di mercoledì un addetto al controllo delle spedizioni via aereo dirette oltre Oceano si è accorto del contenuto della scatola dalle immagini della macchina a raggi X e ha subito dato l’allarme al 112 per segnalare l’accaduto, come prevede la procedura standard in queste situazioni: sul posto sono arrivati in pochi minuti gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale e della Scientifica della Questura per avviare gli approfondimenti investigativi del caso. Dopo essersi sincerati che quei resti umani sono molto datati e quindi non ricollegabili in alcun modo a episodi violenti del passato recente e remoto, i teschi sono stati presi in consegna e con ogni probabilità sottoposti all’attenzione di un esperto per comprendere a quale epoca appartengano.

Secondo le prime informazioni, il pacco sarebbe partito dalla zona di Firenze con destinazione States: resta ora da capire se colui che lo ha inviato all’Ups per trasportarlo in America sia autorizzato o meno a effettuare questa specifica tipologia di commercio. Al momento, tutte le ipotesi restano in piedi, anche quella che potrebbe portare a un traffico illecito di reperti archeologici. Ipotesi da vagliare con attenzione, anche cercando collegamenti con altri rinvenimenti simili: uno in particolare, che sembra sia avvenuto nei giorni precedenti. Del resto, non è la prima volta che uno scanner ai raggi X fa emergere storie del genere. Era capitato poco più di due anni fa al terminal 1 dell’aeroporto romano di Fiumicino, dove un docente universitario in partenza per Dusseldorf era stato bloccato dagli agenti di frontiera perché all’interno del suo bagaglio a mano era stato rinvenuto un teschio umano. Il prof aveva spiegato candidamente ai poliziotti di aver acquistato quel cranio, perfettamente lucidato e privo della mandibola inferiore, a una bancarella vicino Campo de’ Fiori dietro il pagamento di 50 euro e di esserne entrato in possesso «per scopi scientifici». Una versione che non aveva convinto gli investigatori capitolini, anche perché nella stessa strada, via Giulia, è ubicata la famosa Chiesa dell’Orazione e Morte, nota proprio per la presenza di un immenso ossario facilmente accessibile.

Anche sul web non è complicato reperire teschi e altri resti umani, disponibili sui siti di e-commerce: secondo quanto raccontato qualche anno fa da National Geographic, gli acquirenti sono feticisti o artisti che li utilizzano per realizzare gioielli e oggetti intarsiati.