Terrorismo, i giudici: "Bergamin non ha mai rinnegato il passato"

MILANO

"Luigi Bergamin ha dimostrato di non aver rielaborato, né rinnegato il suo passato, di non aver intrapreso alcuna iniziativa positivamente valutabile verso i parenti delle vittime e per lui sussiste la pericolosità sociale ed è immutato il rischio di rinnovazione di condotte devianti e contro l’Istituzione statuale". Lo scrive la Cassazione nel motivare la sentenza con cui ha confermato la "delinquenza abituale", dichiarata su istanza del pm di Milano Adriana Blasco, per l’ex "ideologo" dei Pac, condannato per concorso morale in 2 omicidi e uno dei 10 ex terroristi per cui i giudici francesi hanno negato l’estradizione. Bergamin è stato condannato per concorso morale negli omicidi commessi da Cesare Battisti del maresciallo Antonio Santoro e dell’agente Andrea Campagna (pena prescritta nel 2008), avvenuti nel ‘78 e ‘79. La Cassazione a febbraio, ribaltando due decisioni della Corte d’Assise di Milano, aveva stabilito che la pena di 16 anni e 11 mesi per Bergamin (difeso dal legale Giovanni Ceola) per l’omicidio Santoro non è prescritta. L’ex militante dei Proletari armati per il comunismo, 73 anni, si era costituito in Francia dopo l’ormai noto blitz dell’aprile 2021. E il tribunale di Sorveglianza di Milano il 30 marzo 2021 aveva dichiarato la "delinquenza abituale" di Bergamin, decisione che aveva interrotto la prescrizione. Un verdetto confermato dalla Suprema Corte e che comporta l’applicazione della "misura di sicurezza della casa di lavoro per la durata di due anni". Teoricamente anche per applicare la misura di sicurezza si può richiedere l’estradizione.

An.Gi.

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