MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Niente barriere di cemento all’Arco: c’è l’idea di fioriere anti-terrorismo

Stop ai new jersey: meglio un arredo urbano alternativo

Selfie davanti all’Arco della Pace (Newpress)

Milano, 29 agosto 2017 - I New Jersey all’Arco della Pace e in corso Sempione possono attendere, anzi potrebbero non arrivare mai. Ieri mattina si è svolto il sopralluogo delle forze dell’ordine e della Polizia locale nell’area e la decisione è stata quella di non collocare le barriere di cemento in funzione anti-terrorismo. Anche per l’Arco della Pace, come per via Montenapoleone, si procederà con un ulteriore approfondimento sul da farsi. Il Comune punta a trovare un arredo urbano alternativo ai new jersey per rendere più sicura l’area intorno all’Arco, una soluzione più stilisticamente compatibile con una delle zone monumentali più importanti di Milano.

L’assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza non esclude che i varchi di accesso all’area dell’Arco possano essere chiusi con grosse fioriere. Ma si tratta solo di un’ipotesi, almeno per ora. Un’idea che però fa capire che Palazzo Marino sta già ragionando sulla «fase due» dell’operazione barriere anti-terrorismo, una fase già anticipata dalla Rozza alcuni giorni fa: dopo i new jersey (la soluzione emergenziale) si passerà all’arredo urbano definitivo anti-terrorismo (la soluzione definitiva). Le barriere di cemento, collocate in città dopo l’attentato a Barcellona del 17 agosto, non resteranno nel centro storico in eterno: in particolare in Galleria Vittorio Emanuele, Darsena, corso Como, piazza XXV Aprile, corso Garibaldi e Colonne di San Lorenzo (in Brera il sopralluogo dovrebbe svolgersi oggi) l’arredo urbano anti-sfondamento potrebbe essere sostituito tra qualche mese o anche prima. Le soluzioni alternative non mancano, né in Italia né all’estero. Qualche giorno fa, ad esempio, il Comune di Torino ha collocato delle grandi fioriere con alberi ai confini della centralissima piazza San Carlo, ma anche in una strada altrettanto frequentata, via Roma. Un modo per impedire l’accesso a mezzi pesanti in stile Barcellona, tutelando però l’estetica della città.

Non è un caso, in questo senso, che l’architetto Stefano Boeri abbia subito commentato positivamente, su Facebook, sia l’installazione di grandi vasi di pietra a Firenze sia l’installazione delle fioriere a Torino: «Ecco una prima versione». Una prima versione, sì, perché l’archistar lo scorso 20 agosto aveva lanciato il seguente appello alle istituzioni: «Il mio invito ai sindaci e ai prefetti delle città europee è di chiamare creativi, designer, architetti, uffici tecnici, studenti, artisti a progettare dei grandi vasi, all’occorrenza riposizionabili, ciascuno ospitante un albero. Collocati agli ingressi di ogni piazza o spazio pubblico urbano, i vasi di diversa dimensione saranno pieni della terra necessaria a ospitare le radici, il fusto e i rami di un grande albero, in modo da proteggere il passaggio dei pedoni e ridurre al minimo il rischio di omicidi di massa».