Terreni contaminati, "un bimbo nato all’epoca dei fatti diventerà maggiorenne senza che Regione Lombardia sia riuscita a far bonificare l’area". Il consigliere regionale Nicola Di Marco (5 Stelle) riporta l’attenzione sulla terra dei fuochi di Carpiano, un insieme di terreni agricoli nei quali, in base ad un’indagine eseguita 17 anni fa, è stata segnalata la presenza di sostanze potenzialmente pericolose, fra le quali diossine e metalli pesanti. Secondo Di Marco, la vicenda fa registrare un pesante ritardo da parte della Regione, chiamata a fare da cabina di regia e a pronunciarsi su un’eventuale bonifica da effettuarsi nel sito. "Il caso dei terreni contaminati di Carpiano risale al 2007, ma ancora oggi Regione Lombardia risponde alle nostre urgenti richieste di bonifica parlando di monitoraggi, solleciti e sopralluoghi in contraddittorio – incalza il pentastellato -. In pratica un bambino nato a Carpiano quando le istituzioni vennero a conoscenza della grave compromissione dei suoli, nei due ettari situati all’interno dell’Azienda agricola Calnago, diventerà maggiorenne prima che Arpa e Regione Lombardia siano riuscite a mettere in campo le azioni necessarie per far sì che i responsabili provvedano alla bonifica delle aree. Non solo, Regione fa tranquillamente sapere che da dicembre 2021 non viene eseguita alcuna attività all’interno delle aree contaminate, aggiungendo che ad Arpa non risultano comunicazioni dell’Azienda agricola, o del tecnico incaricato, in merito alla caratterizzazione e al monitoraggio delle acque di falda". Di Marco non ci sta e invita ad approfondire la questione. "Stiamo parlando di una contaminazione che riguarda diverse sostanze che potrebbero essere pericolose sia per la salute che per l’ambiente. Dopo 17 anni, non si possono abbandonare così le incessanti richieste dei residenti". Già tra il 2021 e il 2022 il consigliere pentastellato aveva chiesto lumi rispetto alle analisi sulle acque di falda, sentendosi rispondere che il monitoraggio eseguito attraverso il posizionamento di piezometri era andato a vuoto poiché l’acqua catturata dai pozzetti era defluita troppo rapidamente e non era stato possibile raccogliere dei campioni rappresentativi. "Una risposta imbarazzante", era stato il commento di Di Marco. Con l’allora consigliera regionale Iolanda Nanni, poi deceduta nel 2018, il movimento Cinque Stelle è stato tra i primi a sollevare la questione della terra dei fuochi di Carpiano.
Alessandra Zanardi