Il rebus della scuola a tempo pieno. Lo chiedono in troppi, ma mancano gli organici

Richiesto dal 94% delle famiglie, si riesce a fatica ad accontentarne il 92%. "A rischio il patto territoriale"

Il prossimo anno alle elementari di Milano e provincia circa 2.200 bambini in meno

Il prossimo anno alle elementari di Milano e provincia circa 2.200 bambini in meno

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Milano - «L’organico non si tocca, nonostante il calo degli studenti": lo aveva preannunciato il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi dal palco della Triennale di Milano. Ma c’è un rebus da risolvere, soprattutto a Milano, e si chiama “tempo pieno“. "È stato scelto dal 94% delle famiglie alle primarie, con grandi sforzi si riuscirà a garantirlo al 92% – fa il punto Massimiliano Sambruna, segretario generale Cisl Scuola –. E non si può parlare più di “tempo pieno“, ma di “tempo scuola“, che prevede un massimo di 40 ore".

"Il tempo pieno a Milano non è un capriccio, ma una necessità sociale, soprattutto nei quartieri più periferici – ribadisce il preside dell’istituto comprensivo Cardarelli-Massaua, Manfredo Tortoreto – abbiamo famiglie di muratori, badanti, ambulanti che escono al mattino presto e rientrano tardi e che confidano nella presenza della scuola. Va garantito". Il nodo resta quello del personale.

"Alle primarie sono più le quinte in uscita (con 25.805 bimbi) rispetto alle prime in entrata – spiega il sindacalista – non saranno autorizzate 24 prime tra Milano e provincia. Ma il calo non si vede ancora alle medie e soprattutto alle superiori, dove invece servirà più organico". La coperta corta si sposta più in là. Mentre il provveditore Yuri Coppi, anche a margine dell’incontro in Triennale, aveva ribadito l’impegno: "Tra Milano e provincia avremo un calo di 2.200 ragazzi circa, che però non si tradurrà in una diminuzione delle classi perché aumentano i ragazzi con disabilità e quindi cambiano i numeri degli alunni nelle aule. L’obiettivo nostro resta quello di tutelare a tutti i costi il tempo pieno, che oggi copre il 93% del totale".

Percentuale unica non solo a livello italiano ma lombardo. Fatta eccezione per Lodi e Monza e Brianza – dove il tempo pieno è presente nell’88 e nell’84% delle classi primarie – non è così capillare altrove: a Bergamo e Lecco è attivo solo nel 18% , a Pavia raggiunge il 37%. In Lombardia, in media, prevede e garantisce il tempo pieno una classe su due.

"C’è un problema di fondo che va affrontato a Milano – conclude Massimiliano Sambruna –, al di là del fatto che il tempo pieno sia scelto come metodo didattico o come “parcheggio“ queste percentuali dimostrano un’esigenza delle famiglie che ha bisogno di risposte da parte del ministero nell’assegnazione dell’organico o nell’individuazione di altri servizi con gli enti locali. Altrimenti rischia di saltare il patto territoriale".

 

 

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