Milano - "Prima della crisi energetica, le bollette erano ancora accettabili. Ma adesso il rincaro è troppo". Lo segnalano residenti e amministratori di condomini che si trovano in bolletta aliquote del 10% o addirittura del 22% per la “gestione calore“. Tradotto: per il teleriscaldamento, che a Milano serve oltre 120mila famiglie. "Il paradosso è che noi, che utilizziamo un sistema energetico tra i meno inquinanti, siamo tagliati fuori dalle misure straordinarie adottate dal Governo, cioè la riduzione dell’Iva dal 20 al 5% per attenuare i rincari per gli utenti finali dei prezzi di gas ed energia elettrica". Per il teleriscaldamento, l’Iva è rimasta fissa al 10%. O più: i più penalizzati sono i residenti del quartiere Comasina serviti dalla centrale termica di via Salemi: 2.644 famiglie di condomini su cui gravano aliquote del 22%. Nessuno “sconto“ da via Teano a via Spadini, da piazza Gasparri a via Val di Bondo a via Val Sabbia; da via Santuario del Sacro cuore alle vie Esculapio e Comasina. Per quale motivo? "Noi non abbiamo neanche mai avuto l’Iva agevolata al 10%; ed era così anche prima che il Governo adottasse la misura straordinaria. Abbiamo domandato il perché già 7 anni fa, a chi di competenza, tramite gli amministratori di condominio", evidenziano i residenti in prima linea per l’abbattimento dei costi. E la risposta nero su bianco, ricevuta dai tecnici, era stata questa: "Per poter applicare l’Iva agevolata al 10%, una delle condizioni è che l’energia termica fornita sia prodotta da un impianto di cogenerazione ad alta efficienza o da fonti rinnovabili. Trattandosi di un impianto a produzione semplice (caldaie a metano), l’energia prodotta dalla centrale del quartiere Comasina non è soggetta all’iva agevolata". Augusto Fancello, segretario del Comitato di quartiere Comasina, sottolinea che "la bolletta del riscaldamento è già passata da 112 euro ...
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