MARIO CONSANI
Cronaca

Tribunale, in arrivo le telecamere

Le prime cento verranno installate nei corridoi del terzo piano

Il palazzo di giustizia di Milano

Milano, 17 luglio 2018 - Telecamere dappertutto. Ben 500 distribuite nei sette piani di Palazzo di giustizia e nella sua dependance. C’è voluto un paio d’anni, ma il progetto sicurezza messo a punto dal procuratore generale Roberto Alfonso ora sta per partire. Lo aveva illustrato al Giorno nell’estate del 2016, proprio mentre in Corte d’assise a Brescia incassava l’ergastolo (divenuto nel frattempo definitivo) l’imprenditore Claudio Giardiello, che un anno prima aveva seminato terrore e morte in tribunale, uccidendo due persone in un’aula durante un processo e la terza, un giudice, dopo essersi introdotto nel suo ufficio.

Ieri il sito www.giustiziami.it ha pubblicato la mappa con il centinaio di telecamere che intanto verranno installate entro la fine dell’anno al terzo piano del Palazzo, proprio quello dove Giardiello a suo tempo si mosse indisturbato con una pistola introdotta eludendo i controlli ai varchi.

Quei cento sensori, strumenti di ultima generazione in grado di funzionare anche di notte, saranno solo la prima tranche dei 500 che verranno disseminati nei circa 150mila metri quadri dell’edificio. Una quota sarà piazzata anche nella nuova palazzina di via Pace. E telecamere anche nelle aule dei processi, ma accese solo se i giudici saranno d’accordo. Lo stanziamento che ha reso possibile il via libera alle telecamere - ha spiegato il pg Alfonso - è di circa un milione e verrà seguito, entro il 2020, dall’installazione dei tornelli agli ingressi e dei videocitofoni davanti alle stanze di ogni magistrato. Alfonso ha sostenuto che «l’unico scopo delle telecamere è aumentare gli standard della sicurezza, senza alcuna limitazione o ripercussione nei confronti dei lavoratori» e che una copia del progetto è stata mandata all’Ispettorato del Lavoro e all’Autorità garante dei dati personali.

Più in generale, del progetto annunciato due anni fa non si sono ancora visti invece gli «undici nuovi scanner previsti (già ce ne sono cinque) in modo che ne entrino in funzione quattro per ciascun ingresso». Anzi, da tempo il cancello di via San Barnaba è stato chiuso e spesso si creano lunghe code d’ingresso agli unici due varchi pubblici aperti in via Freguglia e corso di Porta Vittoria.