
di Monica Guerci
Si rompe il tavolo della trattativa. Stato di agitazione e sciopero già proclamato per martedì mattina quando davanti ai cancelli della Tecnomagnete di via Nerviano a Lainate, i lavoratori torneranno a far sentire le loro voci. L’ultimo sciopero era stato a settembre scorso. "Manca solo uno sforzo finale, evitare il salto dalla vecchia alla nuova società andrebbe incontro ai lavoratori e allo loro famiglie da mesi messi allo stremo", dice Vito De Gregorio della Uilm Milano, Monza e Brianza.
Lo scopo è accorciare i tempi burocratici e far entrare in fretta nelle tasche dei lavoratori quel po’ di risorse che sono sul piatto. In due hanno rassegnato le dimissioni in questi giorni, mentre per altri 53 i sindacati chiedono una buonuscita di 25mila euro "da versare subito". Dopo anni di crisi e il concordato preventivo scattato nel 2019, si erano fatti avanti per rilevare la fabbrica che produce magneti di ancoraggio dal 1974 due società: una austriaca, l’altra italiana. Ad aggiudicarsi la gara sarà Autoblok di Torino. L’impresa piemontese però, fa subito sapere di essere disposta a dare continuità lavorativa solo a un centinaio dei 160 dipendenti. "La speranza è quella di far ragionare la nuova società che potrebbe procedere con un anticipo delle somme necessarie a liquidare i lavoratori", aggiunge De Gregorio. Da marzo scorso per i 160 dipendenti è scattata la cassa integrazione, ma i soldi arrivano sempre a singhiozzo e la tensione è altissima. In questo clima si sono verificati anche due atti intimidatori a opera di ignoti: il primo sotto Natale, una testa di maiale mozzata viene lasciata davanti agli uffici dirigenziali, mentre il 22 gennaio una bomba carta esplode nel parcheggio. Un appello è stato lanciato anche dalla consigliera regionale lombarda Silvia Scurati (Lega) che giovedì ha richiesto l’audizione in Commissione Attività produttive dove sono state ascoltate le parti sociali e i rappresentanti della attuale proprietà. "Mi appello all’azienda nel chiedere di andare incontro alle esigenze dei lavoratori che sarebbero disposti a sottoscrivere l’incentivo all’esodo ma che giustamente vogliono certezze e velocità sui tempi per ottenerlo. Il nostro obiettivo primario è tutelare le famiglie dei lavoratori in esubero. La Regione sta già intervenendo, attraverso l’Unità di Crisi aziendali della Giunta", dice Scurati.