Tecnologia sul palco alla Prima della Scala. Utilizzato in tv il digitale per i Mondiali

Per chi seguiva da casa la possibilità di vedere i dettagli. Boom di incassi con oltre due milioni e mezzo di euro

Tecnologia sul palco. Utilizzato in tv il digitale per i Mondiali

Tecnologia sul palco. Utilizzato in tv il digitale per i Mondiali

Per la prima volta la Rai ha trasmesso dal Teatro alla Scala un’opera, il Don Carlo di Verdi, con lo stesso sistema digitale dei mondiali di calcio. Lo spettacolo, regia televisiva di Arnalda Canali, può essere visto per 15 giorni su RaiPlay. A un giorno dalla proclamazione da parte dell’Unesco della pratica del canto lirico in Italia patrimonio immateriale dell’umanità. Don Carlo ha ricevuto 13 minuti di applausi. La Prima ha registrato 1.888 presenze del pubblico tra platea, palchi e loggione; l’incasso totale della serata è stato di 2.582.000 euro, 80.000 in più dell’anno scorso; la vendita dei biglietti è tornata ai massimi livelli storici rispetto al periodo pre-Covid.

Lo spettacolo è stato seguito in diretta su Rai 1 da 1 milione 411 mila spettatori pari all’8.4% di share. 9.800.000 contatti, quasi 10 milioni di persone hanno intercettato la trasmissione dell’opera in tv. La serata è stata anticipata, alle 17.45, da "Aspettando Don Carlo" con Milly Carlucci e Bruno Vespa con un milione 813 mila spettatori. Il 4K ha permesso di vedere in tv i dettagli di ogni abito da quelli neri, il colore del lusso nel Siegle de Or, e nello stesso tempo ha ridato la perfezione e la luce dell’oro utilizzato sia nei broccati che nelle architetture della corte. La regia televisiva ha privilegiato i piani ampi per rispettare la scenografia di Daniel BIanco, questo ha reso la regia di Lluis Pasqual meno statica di come si vede in teatro. I campi stretti, invece, subiscono la regia scarna per cui, quando i protagonisti sono ripresi a mezzo busto o in viso spesso si ritrovano uno sfondo così scuro da non capire se l’opera è in forma di concerto oppure se è in teatro. Il coro è presentato come un coro greco, fisso e compatto, ma è una presenza troppo importante per essere così piatta; di volta in volta è il coro dei monaci dell’inquisitore, oppure delle dame della regina (donne dell’aristocrazia che la famiglia aveva messo in convento e che uscivano solo per lei); verso la fine dell’opera il coro rappresenta la rivolta dei contadini contro Filippo II. La torre d’alabastro che domina tutto lo spettacolo - aprendosi o chiudendosi - diventa una gabbia che impedisce ai rivoltosi di uscire. Magnifica la direzione del maestro Riccardo Chailly ricca di colori e magnifici gli interpreti: Francesco Meli, Michele Pertusi, Anna Netrebko, Luca Salsi, Elina Garanca.

Grazia Lissi