REDAZIONE MILANO

Teatro alla Scala liberato dai ponteggi, il celeste che ospita il Carro di Apollo torna al suo colore originario

Sono stati completati i lavori di restauro iniziati lo scorso febbraio. Tutto sarà pronto per la Prima de 7 dicembre. Nei prossimi mesi i lavori proseguiranno sul basamento e sulle altre facciate monumentali

Il bassorilievo del Carro di Apollo che sovrasta la facciata del Teatro alla Scala (Ansa/Paolo Salmoirago)

Il bassorilievo del Carro di Apollo che sovrasta la facciata del Teatro alla Scala (Ansa/Paolo Salmoirago)

Erano vent’anni che non si vedeva quella volta celeste alle spalle del Carro di Apollo, quelle tinte che oltre due secoli sovrastano la facciata del Teatro alla Scala. È finalmente stato ultimato il restauro iniziato lo scorso febbraio ad opera dell’amministrazione comunale: il 7 dicembre, data della Prima, saranno rimossi i ponteggi e il tempio della lirica sarà pronto a ospitare una nuova stagione. 

I lavori per ripristinare i colori originari della facciata sono durati circa 240 giorni. Dopo difficili operazioni di pulitura, consolidamento e protezione delle superfici – spiega il Comune di Milano – gli elementi architettonici hanno ritrovato le cromie cancellate dall’azione dell’inquinamento e degli agenti atmosferici, sia negli stucchi rosati sia negli intonaci di fondo.

Approfondisci:

Teatro alla Scala, perché è un’icona nel mondo. A cosa deve il nome il tempio della lirica, già sala da ballo

Teatro alla Scala, perché è un’icona nel mondo. A cosa deve il nome il tempio della lirica, già sala da ballo

La facciata della Scala

Di tutte le parti della Scala, la facciata è quella che nei secoli ha subito meno modifiche rispetto al progetto originario del 1778 ideato da Giuseppe Piermarini su disposizione di Maria Teresa d’Austria. Nel 1835 furono aggiunti due piccoli corpi laterali e nel 1860 l’edificio si converte all’illuminazione a gas e nel 1883 a quella elettrica. Il momento più tragico arriva il 16 agosto 1943, quando il bombardamento che colpisce Milano distrugge il tetto, la volta, lunghi tratti dei quattro ordini dei palchi, i magazzini dei costumi, i camerini, le sale di studio, del coro e di ballo e i laboratori scenici.

La ricostruzione si completerà nel 1946 e durante l’opera inaugurale, La Gazza Ladra di Toscanini, è ricordato come il momento di rinascita della città dagli orrori della guerra. Dono presenti cinquemila persone all’interno del teatro e diverse migliaia in piazza della Scala e nelle vie adiacenti attrezzate con altoparlanti. Nel restauro fra il 2002 e il 2004 sono state recuperate pitture alle pareti e intarsi dorati e su progetto dell'architetto Mario Botta sono state create una torre scenica e una ovale.

Il celeste dietro il Carro di Apollo riacquista il suo colore originario
Il celeste dietro il Carro di Apollo riacquista il suo colore originario

Gli altri interventi

“La facciata del Teatro alla Scala torna libera dalle impalcature dopo i lavori di restauro che le hanno restituito l'originario splendore. Alcune settimane fa – ha commentato l’assessore alle Risorse finanziarie, economiche e patrimoniali, Emmanuel Conte – è stata la volta degli esterni di Palazzo Marino e dell’antico edificio di via Marino, che fa parte del corpo monumentale della Galleria Vittorio Emanuele II”.

“Questo restauro, avviato e sostenuto dall’Amministrazione comunale, è il segno dell’attenzione e della cura che Milano continua ad avere nei confronti del suo teatro più importante, la cui identità coincide con quella culturale e artistica della città stessa”, ha affermato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. L’intervento di restauro proseguirà sul basamento e, nei prossimi mesi, sulle altre facciate monumentali di via Verdi, largo Ghiringhelli e via Filodrammatici.