Taxi, la proposta del Comune di Milano: 500 licenze in più ma è scontro

L'area interessata è quella del bacino aeroportuale che comprende anche Varese e Bergamo. Si punta pure su corse condivise e doppie guide

Taxi a Milano

Taxi a Milano

Milano, 1 giugno 2019 - È l'argomento che più di ogni altro scalda gli animi dei tassisti. Da sempre. L’ultima volta che l’amministrazione ne propose l’aumento, in epoca Albertini, la categoria rispose con due giorni di blocchi selvaggi e proteste andate avanti per settimane; la vertenza si chiuse con un accordo a quota 302. Da allora, era l’inverno del 2003, il tema «licenze» non è mai più stato affrontato. Sedici anni dopo, la Giunta Sala ha deciso di rimettere la questione al centro del confronto. Si parte dal numero, emerso ieri mattina durante una riunione in piazza Beccaria tra l’assessore alla Mobilità Marco Granelli e i delegati sindacali: 500 nuove licenze per il bacino aeroportuale lombardo (che comprende i territori di Milano, Varese e Bergamo), di cui 250 con vincolo orario e 250 per trasporto disabili; un aumento pari al 10%, se è vero che attualmente le auto bianche in circolazione sono circa 5mila.

I soldi che arriveranno per l’acquisto delle nuove autorizzazioni verranno utilizzati, nelle intenzioni di Palazzo Marino, per dare incentivi ai tassisti che cambieranno il proprio veicolo con uno elettrico (tutti i nuovi taxi saranno alimentati a kilowatt) in parte per finanziare interventi di miglioramento della viabilità cittadina. A sostegno della proposta, i tecnici di piazza Scala hanno snocciolato i dati sulle chiamate inevase ai radiotaxi: nella fascia oraria compresa tra le 8 e le 10 dei giorni feriali, la percentuale di telefonate a vuoto si attesta al 15%, mentre cresce al 27% tra le 19 e le 21; cifre in aumento nei weekend, col 31% tra le 19 e le 21 di sabato e domenica e il 42% nella fascia mezzanotte-5 del mattino. In termini assoluti, siamo a 4.600 chiamate al giorno inevase su una media di 33.400. «Il sottodimensionamento dell’offerta – la conclusione – ostacola l’efficace erogazione del servizio taxi, creando disagio ai clienti e favorendo l’abusivismo».

Quindi, visto che «negli ultimi anni, è aumentata la domanda di servizi flessibili di mobilità alternativi all’uso dell’automobile privata», il Comune ritiene che «tale incremento di domanda» debba «essere accompagnato e sostenuto con un aumento dell’offerta di servizio taxi». Oltre alle 500 licenze in più, il piano in discussione (entro due settimane arriveranno le controproposte dei padroncini) prevede un’incentivazione del «taxi sharing» (l’auto bianca condivisa da più clienti per tratte simili) e un incremento delle «doppie guide» (oggi sono 270), vale a dire la possibilità di prevedere un secondo conducente (di solito un familiare) per salire dalle 12 ore di turno unico a 16. Si profila un lungo braccio di ferro. L’ennesimo tra amministrazione e tassisti.

 

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