Tangenti in Lombardia, Tatarella al telefono con la moglie: "Ora quote dell’azienda"

Nelle intercettazioni emergerebbe il ruolo del consigliere come procacciatore di affari per un'azienda

Tatarella

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Milano, 9 maggio 2019 - Risultati garantiti, fatturato da aumentare. Pietro Tatarella e i rapporti con la Ecol Service, l’azienda che secondo i pm lo aveva “assunto” nella scuderia dei consulenti per garantirsi entrature e facilitazioni negli appalti, che vengono descritti a partire dalle intercettazioni che raccolgono le parole del consigliere comunale, ieri dimissionario, al telefono.

La rivendicazione di un merito, per i risultati garantiti all’azienda e una neppur velata richiesta di avere più denaro, maggiore riconoscimento di quanto fatto. «Sono proprio dei lavori che partono da zero... non è che c’è un fatturato, un pregresso, è zero, cioè è una roba che nasce con me...», spiega il 15 novembre 2018 alla moglie, facendo intendere che le commesse conquistate dal patron della Ecol Daniele D’Alfonso sono tutte merito suo: dall’ex Cava di Geregnano in zona Bisceglie a Milano («Quella roba lì ... è fatta...») ai futuri cantieri di via delle Forze Armate, ancora zona Baggio, sua area d’origine, e via Botticelli: «Diciamo che ancora due cose e pure per il 2019 sono a posto...». Per chiarire quindi che «tutto quello che viene fuori lì è misurabile, vuol dire che è frutto del mio lavoro! Quindi a un certo punto – prosegue Tatarella – gli dirò o cioè che percentualmente quello che vale nel fatturato quel tipo di lavori me lo deve dare in quote di azienda!».

Parole che nell’interpretazione della Procura, fin qui appoggiate dal Gip di Milano, confermerebbero il ruolo di procacciatore d’affari, di “pr”, svolto dal politico per l’imprenditore a caccia di commesse.

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