
Metropolitana linea rossa a Milano (foto d'archivio)
Milano, 24 giugno 2020 - La Guardia di finanza di Milano, nel corso delle perquisizioni nell'inchiesta su presunte tangenti e appalti truccati per i lavori della metropolitana, che ieri ha portato a 13 arresti, ha trovato nella disponibilità di Paolo Bellini, il dirigente Atm finito in carcere e ritenuto il dominus del 'sistema', 17mila euro in contanti a casa sua e 50mila euro. Sono stati trovati anche 20mila euro nella disponibilità di un altro indagato.
L'impianto accusatorio
Le perquisizioni scattate ieri sono ancora in corso: la mole del materiale documentale e contabile da sequestrare è infatti tale da richiedere diverso tempo. L'attività della Guardia di finanza è destinata ad allargarsi anche a vari istituti bancari alla ricerca di altre somme in contanti che Bellini e gli altri indagati potrebbero aver nascosto all'interno di cassette di sicurezza. Secondo l'accusa formulata dal pm Giovanni Polizzi e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Bellini - in veste di responsabile dell'Unità Amministrativa Tecnica Complessa sugli impianti di Segnalamento e Automazione delle linee metropolitane 1,2,3 e 5- avrebbe infatti ricevuto tangenti (somme in denaro ma anche altre utilità e benefit) da manager e imprenditori delle società fornitrici di Atm per pilotare le gare d'appalto lanciate dalla muncipalizzata milanese dei trasporti per l'innovazione e la manutenzione delle metropolitane milanesi.
Il 'metodo Bellini'
Nel corso delle indagini è stato già accertato che Bellini in passato era titolare di un conto in Svizzera che poi però è stato chiuso. Il sospetto degli inquirenti, ancora da verificare, è che il manager, oltre ai 67mila euro in contanti ritrovati tra la sua abitazione e la sede della Mad System (la società a lui riconducibile che riceveva subappalti dalle società vincitrici degli appalti Atm), possa aver nascosto altre somme di denaro frutto di tangenti. Con le perquisizioni di ieri su vari obiettivi, tra l'altro, gli inquirenti puntano anche a recuperare materiale relativo alla "pendrive contenente documentazione tecnica" sulla maxi-gara per il nuovo sistema di segnalamento per la linea M2. Una chiavetta che Bellini, il quale "giocava su più tavoli", avrebbe consegnato a responsabili di Alstom, anche se l'appalto poi fu vinto da Siemens. Dagli atti dell'inchiesta che ha portato in carcere 12 persone e una ai domiciliari emergono una serie di conversazioni intercettate tra Bellini e Villa e su cui gli inquirenti vogliono fare approfondimenti. Al momento, nelle indagini non sono stati trovati elementi che possono far ritenere che Bellini, il quale avrebbe interferito, secondo il gip, sulle gare pubbliche di Atm degli ultimi due anni, possa essersi interfacciato con altri responsabili dell'azienda, anche se su questi aspetti verranno effettuati ancora accertamenti. Le accuse, nell'inchiesta sul cosiddetto'«metodo Bellini', vanno dall'associazione a delinquere alla corruzione, dalla turbativa d'asta al peculato
Altre perquisizioni
Perquisizioni sono state condotte anche nell'ufficio della responsabile Normativa e Gestione Procedure di Gara di Atm. La manager non è indagata ma i militari delle Fiamme gialle hanno comunque passato al setaccio il suo ufficio in Atm per un'attività che in termine tecnico di definisce una "perquisizione presso terzi" alla ricerca di carte e documenti che potrebbero essere utili alle indagini.