
Giuseppe Sala
La protesta dei dipendenti del Comune di Milano contro i tagli del personale, che lo scorso 2 ottobre era sfociata in un presidio davanti a Palazzo Marino, potrebbe riaccendersi nei prossimi giorni. L’incontro promesso dall’amministrazione tre settimane fa non è stato ancora convocato. I sindacati Fp Cgil Milano, Cisl Fp Milano Metropoli, UilFpl Milano e Csa, con la Rappresentanza sindacale unitaria, hanno fatto quindi partire una lettera sollecitando la "convocazione immediata di un incontro", chiedendo il rispetto "degli impegni presi" il 2 ottobre.
I destinatari sono il sindaco Giuseppe Sala, gli assessori Alessia Cappello (Lavoro) ed Emmanuel Conte (Bilancio), oltre ai dirigenti di Palazzo Marino in prima linea nella delicata partita. «Se non verremo convocati a breve – spiega Giovanni Molisse, segretario della Fp Cgil milanese – metteremo in campo altre iniziative di protesta. Non rimaniamo fermi". Una questione che non riguarda solo le condizioni di lavoro dei dipendenti comunali, ma la tenuta dei servizi per i cittadini. Le assunzioni proposte dal Comune, denunciano i sindacati, "non sono sufficienti a garantire la copertura".
E a questo si aggiunge il "ritardo ingiustificabile" sulle 700 assunzioni già decise e frutto di accordi. Il risultato è un numero di dipendenti "al minimo storico": poco più di 13mila, rispetto agli oltre 14mila del 2017. Un crollo anche per effetto delle dimissioni di personale, che migra fuori Milano o verso altri enti che offrono stipendi superiori. Problema che potrebbe essere tamponato con l’incremento del salario accessorio e attraverso la contrattazione decentrata, rimpinguando così le buste paga.