Svastica sul monitor dei macchinisti

Teatro alla Scala, la denuncia di Anpi: "Ignobile provocazione". La direzione apre un’indagine interna

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MILANO

di Marianna Vazzana

Una svastica incisa su un televisore utilizzato dai macchinisti del Teatro alla Scala. Oltre al danno, l’oltraggio. Il gesto è stato subito denunciato dalla sezione Anpi del Teatro alla Scala. "Questo non è accettabile", ha commentato il sovrintendente Dominique Meyer, che ha chiesto di far partire "immediatamente" un’indagine interna per scoprire il responsabile. Colpito un monitor di servizio del reparto macchinisti, sul ballatoio del terzo piano. Un’area tecnica che si trova dietro le quinte, non accessibile al pubblico, per questo l’ipotesi è che ad agire sia stata una mano interna al teatro. "La struttura è come una sorta di casa di ringhiera, in cui ci sono reparti per meccanici, fonici, macchinisti – spiega Francesco Lattuada, presidente della sezione Anpi della Scala, musicista dell’orchestra e delegato sindacale Cgil –. Quel monitor serve per poter coordinare i movimenti sulla scena guardando in tempo reale quel che accade". L’ipotesi è che l’autore abbia agito la sera del 14 febbraio, tra le 20 e mezzanotte. "Nel pomeriggio c’era stato un concerto – continua Lattuada – mentre la sera nulla, perché il recital al pianoforte che era in programma è stato rimandato. Ma c’è sempre qualcuno in teatro. Abbiamo turni notturni, per esempio di tecnici che devono montare o smontare le scenografie". La svastica è il culmine di un’escalation cominciata con l’imbrattamento di volantini Anpi, "quelli in cui ricordiamo il nostro tesseramento annuale o pubblicizziamo le iniziative (come quella dello scorso 24 gennaio per il Giorno della Memoria, ndr). Sui fogli bbiamo trovato degli insulti, come “traditori“ o “farabutti“ e abbiamo ignorato questi gesti puerili". Ma la svastica è stata subito denunciata, anche per il danno materiale (probabilmente lo schermo dovrà essere sostituito).

Soprattutto è "una ignobile provocazione", come l’ha definita il presidente provinciale di Anpi Roberto Cenati. "Rappresenta un insulto al teatro in quanto luogo pubblico di cultura e allo stesso tempo come luogo di lavoro". Al Piermarini c’è chi ipotizza si sia trattato del gesto di qualcuno contrario all’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro. La direzione del Teatro alla Scala ha deciso di aprire un’indagine interna per individuare il responsabile. "Verranno visionati i filmati delle telecamere – conclude Lattuada – e io mi auguro che si riesca a individuare l’autore di questo gesto".

marianna.vazzana@ilgiorno.net

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