Superiori, in aula il 50% degli alunni Ma uno su due non utilizzerà i mezzi

Trasporti e orari di lezione, riunioni in Prefettura in vista delle scadenze: più discrezionalità ai presidi. Molti studenti andranno a scuola in bici, a piedi o si faranno dare un passaggio dai propri genitori

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di Simona Ballatore e Nicola Palma

Il 7 gennaio è dietro l’angolo. E in Prefettura si susseguono le riunioni per limare gli ultimi dettagli in vista della ripresa (parziale) della didattica in presenza per gli alunni delle superiori: ieri si è tenuto un incontro incentrato sulla questione trasporti; oggi è in programma un altro vertice, mentre domani si farà il punto definitivo sui calendari delle lezioni, visto che proprio tra 24 ore scadrà il termine dato ai presìdi per stilare i nuovi orari. Il piano "Per tornare in classe", presentato del prefetto Renato Saccone, ha previsto il rientro in aula del 75% degli alunni degli istituti superiori di secondo grado, come prescritto dal decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri datato 4 dicembre. Poi il Governo ha corretto il tiro in corsa, abbassando del 25% la percentuale di ragazzi che potranno tornare sui banchi dopo l’Epifania. Tradotto: dal 7 gennaio, ha messo nero su bianco il ministro della Salute Roberto Speranza nell’ordinanza del 24 dicembre, la metà degli over 14 farà lezione in aula e l’altra metà da casa; il provvedimento è valido fino al 15 gennaio, quando dovrebbe entrare in vigore il nuovo Dpcm che riscriverà le regole per il periodo post-natalizio. Il passaggio dal 75% al 50% comporterà una sensibile riduzione del numero previsto di persone che al mattino si muoveranno per raggiungere i rispettivi istituti. E se col 75% era tassativo per tutti prevedere uno scaglionamento degli ingressi tra le 8 e le 9.30 per non mandare in tilt la metropolitana, ora la riduzione al 50% ha dato più discrezionalità ai dirigenti scolastici. Le possibilità: confermare la campanella per tutti alle 8 o ricorrere comunque al dilazionamento delle entrate, magari prevedendo un 25% di ingressi alle 8 e un 25% alle 9.30. L’obiettivo è lo stesso: evitare che metrò e mezzi di superficie si riempiano troppo nella fascia oraria più critica, quella che va dalle 7 alle 9.

Atm e Trenord hanno potenziato al massimo le loro capacità di trasporto per far fronte alla presenza di decine di migliaia di passeggeri in più (compensati in parte dallo smart working e dal posticipo dell’apertura dei negozi dopo le 10.15), anche se le ultime stime raccontano che dei 140mila studenti delle scuole superiori milanesi (tra statali e paritarie), circa la metà – concentrati soprattutto nel perimetro della città – non utilizzeranno i mezzi pubblici per andare in classe, ma si sposteranno a piedi, in bici o si faranno accompagnare in auto dai genitori se le scuole si trovano lungo il tragitto verso il lavoro. Per coordinare il trasporto pubblico con gli orari scolastici, sarà fondamentale anche il contributo degli studenti, chiamati ancora a indicare il loro itinerario sulla web-app scuole.tplinrete.it: la metà di chi usa i mezzi ha già partecipato all’indagine. Ora si fa appello all’altra metà.

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