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"Super-tecnici ma aperti alle sfide geopolitiche: ecco i nuovi profili"

Profili professionali nuovi, che sappiano progettare infrastrutture, edifici, servizi, già in grado di rispondere alle nuove emergenze e ai cambiamenti che si stanno vivendo. Nasce così un nuovo programma “Ambassador“ al Politecnico di Milano che guarda all’Inclusivity Design. Il bando è aperto agli studenti di laurea magistrale che possono acquisire crediti e competenze extra, spendibili sul proprio curriculum vitae e sul lavoro. "L’obiettivo è offrire, oltre alla preparazione tecnica molto specialistica, un’apertura interdisciplinare", spiega Isabella Nova (foto), docente del Politecnico e responsabile dei programmi PoliMi Ambassador. I percorsi - di alta formazione - fanno parte del progetto quadro interuniversitario “Tecnologie per le transizioni”. Ci si laurea con 130 anziché 120 crediti. C’è un bando per raccogliere le domande, ma non è un’iniziativa a “numero chiuso“: una volta raggiunte e verificate le competenze in più acquisite viene rilasciato un certificato e un badge digitale.

"L’idea è quella di dare a tutti la possibilità di ampliare il proprio percorso e anche di modellarlo per distinguersi dai colleghi – continua Nova –. Lo scorso anno ai bandi per Ambassador in Green Technology e in Smart Infrastructures hanno partecipato circa 500 studenti. Quest’anno abbiamo pensato anche a un terzo percorso in Inclusivity Design con l’ambizione di formare nuove figure che sappiano progettare infrastrutture, prodotti, tecnologie, abitazioni, spazi pubblici e servizi più inclusivi. Adatti a fasce d’età diverse, a disabilità, ad affrontare sfide geopolitiche e migrazioni forzate dalla pandemia, dalle guerre, dai cambiamenti climatici con l’idea dell’antifragilità, che fa della crisi e dell’incertezza occasioni di evoluzione. Serve una visione sistemica: all’aspetto tecnologico va unito anche quello culturale e sociale".

Si.Ba.