Stupro a Milano Centrale, l’uomo fermato resta in carcere: “È privo di freni inibitori”

Il marocchino arrestato, Fadil Monir, aveva sostenuto che la ragazza fosse consenziente, ma il giudice convalida l’arresto: “Contesto di totale sopraffazione, lei piange, viene colpita ripetutamente”

La turista di 36 anni è stata violentata negli ascensori della stazione nella notte tra venerdì e sabato

La turista di 36 anni è stata violentata negli ascensori della stazione nella notte tra venerdì e sabato

È stato convalidato l’arresto di Fadil Monir, il marocchino di 27 anni fermato per aver violentato una turista connazionale di 36 anni nella stazione Centrale di Milano nella notte tra venerdì e sabato. La giudice per le indagini preliminari di Milano Patrizia Nobile ha deciso che l’uomo resterà in carcere sulla base delle “prove documentate” dello stupro. “Dirimente è l'esistenza di un video registrato dalle telecamere di sorveglianza dell'ascensore interno allo scalo ferroviario”.

L’indagato durante l’interrogatorio ha provato a screditare la vittima e sostenere che fosse consenziente, ma il video “smentisce in maniera inconfutabile” questa versione. L’uomo, scrive la giudice, non ha mostrato “alcuna esitazione a screditare ingiustamente la vittima, pur di costruire una versione di comodo, con la quale pensava di poter neutralizzare le accuse a suo carico”.

Secondo la giudice, “la sequenza degli atti, la crudele ostinazione, la condotta successiva al reato e la callidità dimostrata in sede di interrogatorio” sono “sintomatici di una personalità priva di freni inibitori, violenta e senza alcuna capacità di revisione critica e resipiscenza”. Questo porta a ritenere che possa concretamente mettere in atto altre violenze sessuali ed è pertanto ritenuto pericoloso.

La dinamica delle violenze

La giovane donna, rimasta fuori dalla stazione alle due di notte, è rimasta in mano del suo aguzzino per circa tre ore e, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata violentata due volte ed è scampata per poco ad una terza. La prima volta è successo intorno alle 2.30, nei pressi dei giardini di piazza Luigi di Savoia: l’uomo si è avvicinato instaurando un legame di fiducia e poi l’avrebbe stuprata.

Dopodiché l’ha trascinata in uno degli ascensori della stazione che portano ai binari e, picchiandola con violenza, ha messo in atto la seconda violenza sessuale. Ed è lì che le telecamere della stazione hanno ripreso tutto, inchiodando il marocchino. L’abuso, racconta chi ha visto le immagini, non lascia spazio all’immaginazione ed è stato fondamentale per convalidare l’arresto dal parte del giudice. La giovane donna è riuscita a scappare ed avvertire gli agenti di polizia solo intorno alle 5.45 di mattina.

Il video “inconfutabile”

Il giudice, disponendo il carcere per Fadil Monir ha detto che le immagini delle telecamere restituiscono “un contesto di totale sopraffazione di una donna indifesa, che l'indagato costringe, con impietosa ostinazione, a subire atti sessuali”. Durante l’interrogatorio, l’indagato aveva sostenuto che la donna fosse consenziente ma il video “di cui sono stati acquisiti in atti anche i fotogrammi più significativi, smentisce in maniera inconfutabile la versione" del marocchino.

Contrariamente a quando l’indagato ha detto in sua difesa durante l’interrogatorio, “la persona offesa non è consenziente: appare spaventata, respinge ripetutamente l'indagato, piange, si accovaccia a terra per ostacolare la condotta del medesimo, viene colpita con schiaffi, cerca ripetutamente di suonare l'allarme, ma l'indagato glielo impedisce”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro