MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Stazione Centrale, il buco nero di Milano: un incubo fatto di rapine, aggressioni e stupri

Gli ultimi casi di violenza sessuale hanno riacceso i riflettori su una zona fuori controllo, dove gli episodi di criminalità sono quotidiani

Uno dei tunnel sotto i binari della Stazione Centale

Uno dei tunnel sotto i binari della Stazione Centale

Milano – Urla in strada. Un uomo aggredisce una donna, che riesce a prendere dalla borsa lo spray al peperoncino e a difendersi. Sono le 11.30 di ieri, succede tutto in una manciata di secondi tra piazza Duca d’Aosta e via Vitruvio. La zona calda attorno alla stazione Centrale su cui i riflettori non si abbassano mai.

Venerdì, la violenza sessuale dentro un ascensore. Nella notte, un altro stupro ai danni di una cinquantasettenne che cercava un riparo per la notte. All’inizio di marzo, le rapine con accoltellamenti ai passanti, con 6 feriti. Ma quotidianamente tanti piccoli episodi creano scompiglio.

A evitare il peggio ieri è stata la polizia locale intervenuta bloccando l’uomo: un algerino di 50 anni. Dai primi accertamenti emerge che i due sono in fase di separazione e che il cinquantenne era già stato denunciato in precedenza dalla compagna per percosse. All’ennesima aggressione, in strada, lei si difende con lo spray urticante. Una volta soccorsa viene accompagnata all’ospedale mentre l’uomo finisce all’Ufficio centrale arresti e fermi (Ucaf) della polizia locale. L’ultimo episodio di cronaca.

Martedì alle 21.50 un somalo è stato aggredito in piazza IV Novembre e via Sammartini; arrestato poco dopo per tentato omicidio un connazionale trentenne. Il giorno prima erano finiti in manette due gambiani di 25 e 32 anni e un maliano di 42 che in via Settala hanno sfregiato con un paio di forbici un operaio di 42 anni per portargli via 50 euro. Venerdì 21 aprile, invece, tre marocchini e due gambiani avevano scatenato una maxi rissa a colpi di rami e pietre tra piazza Duca d’Aosta e via Vittor Pisani. Indagati. Chissà se si rifugiavano sotto i tunnel della stazione, un mondo che sembra staccato dal resto della città, con rifugi di disperati e piccoli criminali. Una popolazione che i volontari di strada conoscono bene.

"L’etnia più presente è quella dei nordafricani, seguiti da cittadini dell’Europa dell’Est e poi di altre nazionalità. In genere, i più problematici sono i nordafricani, soprattutto chi consuma alcol o droghe. Per i casi più difficili ci vorrebbe un intervento di tipo sanitario". Lo spiega Mario Furlan, presidente e fondatore dei City Angels. Emerge anche un altro aspetto: "Tra i nordafricani, molti sono giovani. Alcuni di loro, per soddisfare i loro impulsi sessuali, si rivolgono a prostitute, generalmente senzatetto dell’Est, o africane, che pagano con le elemosine. Ma talvolta non esitano ad abusare di queste donne che poi raramente denunciano le violenze. Un dramma nel dramma".

“Il dispiacere – sottolinea poi Costantina Regazzo, direttrice dei servizi di Fondazione Progetto Arca – è non riuscire a proteggere tutti. Perché non tutti si fanno aiutare, purtroppo. Ma le mani tese non mancano: Milano è una città estremamente accogliente, con più di 30 unità mobili che forniscono beni di prima necessità a 400 persone in strada. Solo noi, da lunedì a venerdì distribuiamo 120 pasti al giorno".

Non solo: la onlus gestisce il centro in via Sammartini 126, per la prima accoglienza dei profughi e l’orientamento dei senza dimora. Ma "bisogna fare i conti anche col fatto che una persona sia libera di vivere sotto il chiarore delle stelle, come cantavano i Nomadi", riflette Angelo Cappellina, presidende del gruppo FAS, Ferrante Aporti Sammartini che da anni promuove la rinascita dei magazzini raccordati. "Se ci fosse vita in quei luoghi dismessi, sicuramente il clima sarebbe diverso. Con Dropcity, il nuovo Centro di Architettura e Design, può arrivare la svolta".

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