Stupro a Porta Romana, arrestati Lucarelli e Apolloni. Gli abusi ripresi col cellulare

Violenza sessuale di gruppo, ai domiciliari due giocatori del Livorno: uno è figlio dell'ex calciatore Cristiano Lucarelli. L’offerta del passaggio in discoteca, poi il raid sessuale: "Oh ragazzi, giochiamocela bene"

Apolloni e, a destra, Lucarelli

Apolloni e, a destra, Lucarelli

Milano, 21 gennaio 2023 - "Allora ragazzi, se lei supera questa porta qui è finita... se lei supera sta porta è finita...". È quasi l’alba del 27 marzo scorso, siamo sul pianerottolo di un appartamento a due passi da piazzale Libia. Una studentessa americana di 23 anni, che chiameremo Caroline, fatica a salire le scale: è ubriaca, non si regge in piedi. Con lei ci sono cinque coetanei, che con la scusa di darle un passaggio a casa l’hanno portata in un’abitazione che risulterà essere la dimora milanese di uno di loro. Sono i momenti immediatamente precedenti a quella che, secondo le indagini della Procura, è stata una violenza sessuale di gruppo.

Gli arresti

Ieri mattina, due della comitiva di amici, coloro che avrebbero compiuto materialmente lo stupro, sono stati arrestati dagli investigatori della Squadra mobile, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Sara Cipolla: ai domiciliari sono finiti i ventitreenni Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, entrambi calciatori del Livorno nella Serie D toscana. Il primo è figlio d’arte.

La difesa di Cristiano Lucarelli

Suo padre è l’ex attaccante bandiera della formazione amaranto, che in serata l’ha difeso a spada tratta su Instagram: "Se prima ero convinto che mio figlio fosse innocente, dopo aver letto gli atti rafforzo ancora di più l’idea, e inviterei con i commenti a stare calmi, perché siamo solo alle indagini preliminari. Il processo mediatico era quello che ci spaventava, si rischia di dare giudizi troppo affrettati".

La ricostruzione

Stando a quanto ricostruito dagli agenti, coordinati dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo e guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Stefano Veronese, Caroline incontra Lucarelli e compagnia attorno alle 5.15 all’esterno della discoteca Gattopardo di via Piero della Francesca: la sua amica si allontana per qualche secondo per fermare un taxi, ma al ritorno non trova più la ventitreenne. Che nel frattempo si è già infilata nella Ford Puma del terzino livornese, che insieme agli amici si è offerto di riaccompagnarla a casa. E invece l’auto procede verso Porta Romana: durante il tragitto, i cinque parlano solo in italiano per non farsi capire da Caroline, salvo qualche frase in inglese per farle avance pesantissime e volgari.

I video sul cellulare

Tutto ripreso con un cellulare, come dimostrano i video poi ritrovati dagli investigatori nel cellulare di uno dei tre indagati non destinatari di misura cautelare: "Se puta caso entri in casa, è la fine", dice G.B. alla coetanea. Appena entrata nell’abitazione, la studentessa chiede di andare in bagno. Lucarelli e gli altri ne approfittano "per organizzarsi", si legge nel provvedimento del giudice: "Apolloni si spoglia, mentre gli altri ragazzi si organizzano per posizionare il telefono di B., che sta registrando, dietro la borsa della vittima in modo da nasconderlo, così che lei non se ne accorga".

Il "no" e la violenza

Il loro intento sembra chiaro: riprendere tutto quello che succederà nei minuti successivi, all’insaputa della vittima. Che in un amen si ritrova nell’incubo, nonostante continui a esplicitare il suo "no" a un rapporto sessuale: " Don’t stuck me... I’m not a fucking object... ", che sta per "Non bloccarmi, non sono un oggetto". I presunti aggressori non la ascoltano neppure: per loro, per dirla con le parole del gip, Caroline "è un dono dal cielo di cui abusare a proprio piacimento".

"Leva le chiavi, mettile via"

A un certo punto, la ragazza riesce in qualche modo a divincolarsi e inizia a cercare gli stivali, "verosimilmente per andare via", ma Apolloni ha altre idee: "Leva le chiavi, leva le chiavi, mettile via...", dice a Lucarelli. Che però gli risponde: "No fra’, se vuole andare falla andare". Poi tutto ricomincia, anche se la studentessa continua a opporsi, pur non avendone la forza: "Ora vengo lì che ti chiudo la bocca... cosa stai facendo?", le dice Apolloni. Che poi si rivolge agli altri: "Oh ragazzi, giochiamocela bene, non facciamo i cretini...".

 

 

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