Stuprata due volte nella tenda a Milano Centrale: “Mi chiamava mamma”

La vittima di piazza Carbonari: "All’alba voleva cedermi a un altro uomo". Arrestato il somalo Said Yusuf, che al momento nega ogni responsabilità

Zona intorno alla stazione di Milano Centrale

Zona intorno alla stazione di Milano Centrale

Baci e palpeggiamenti non graditi, preludio di due violenze. Un incubo per una notte intera. "Mi chiamava “mamma” in maniera ossessiva". Poi l’imperativo: "Vattene, sono le 5, devi lasciare libero il giaciglio". E alla richiesta di chiamare un’ambulanza la risposta è stata "arrangiati". Frammenti del racconto della donna italiana di 57 anni, una clochard invalida che tra il 28 e il 29 aprile è stata vittima di stupro ai giardini di piazza Carbonari dentro un rifugio di fortuna.

Fermato con la pesante accusa di violenza sessuale è Said Yusuf, somalo di 33 anni, senza fissa dimora e con una “protezione sussidiaria“, arrivato a Milano da Torino da qualche settimana. L’arresto è frutto delle indagini dei poliziotti della Squadra Mobile, diretti da Marco Calì, coordinate dal V Dipartimento della Procura. Stando a quanto trapelato, l’uomo al momento nega ogni responsabilità.

Alle 21.30 di venerdì 28 aprile la 57enne, che si sposta aiutandosi con due bastoni, viene avvicinata da uno sconosciuto in piazza Duca d’Aosta. Il cielo minaccia pioggia e quell’uomo le offre un riparo nella sua tenda ai giardini di piazza Carbonari, tra altri giacigli di disperati. "Mi ha detto che gli ricordavo la madre, cosa che mi convinceva ad accettare la sua offerta", farà mettere a verbale la vittima.

Quindi i due salgono sul tram della linea 5 e dopo quattro fermate raggiungono i giardini. Una volta nella tenda lui inizia a baciarla con insistenza nonostante i suoi "no", le strappa i pantaloni, la immobilizza e la violenta. Sono le 22. Poi l’uomo si allontana. E attorno alle 4.45 scatta la seconda violenza.

La donna ricorda a un certo punto la comparsa di un altro sconosciuto, "un romeno stando all’accento", al quale il somalo propone prima di consumare cocaina e poi di avere un rapporto sessuale con lei. Ma lui rifiuta, "l’ho sentito definirmi una malata invalida". A salvarla sarà un passante con un cane che raccoglie la sua richiesta di aiuto e chiama il 118. Poi l’arrivo della polizia, mentre la donna viene accompagnata alla Mangiagalli.

Importante anche la figura di un altro senzatetto di piazza Carbonari, che il 29 aprile viene accompagnato in Questura per l’identificazione insieme a un altro, entrambi estranei ai fatti. Il giorno dopo, questo clochard incrocia per caso Yusuf e lo costringe a seguirlo al commissariato Garibaldi-Venezia. Quindi il somalo viene interrogato e sottoposto al prelievo del dna.

Decisivi per incastrarlo la denuncia della vittima, il riconoscimento fotografico e l’analisi dei tabulati. Il magistrato ha infine disposto il fermo. Nel provvedimento si evidenzia che l’uomo ha "abusato delle condizioni di inferiorità fisica della donna, affetta da disabilità motoria". La polizia lo ha bloccato ieri mattina al capolinea della metro di San Donato: si era infatti allontanato da piazza Carbonari e aveva trovato rifugio da un amico nell’hinterland.

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