FEDERICA PACELLA
Cronaca

Studenti stranieri, nelle scuole della Lombardia sono 210mila: in un anno 8mila in più

La guerra in Ucraina e i nuovi arrivi hanno contribuito sensibilmente alla crescita dei numeri. Nel 2020-21 gli alunni con cittadinanza non italiana erano 191mila, 20mila in meno

Studenti in classe

Studenti in classe

Milano – Il mondo in una classe: aumentano gli studenti che non hanno la cittadinanza italiana nelle scuole lombarde. Secondo il dossier scuola 2023/24 pubblicato in occasione della prima campanella dall’Ufficio scolastico regionale, nelle aule lombarde siedono 210.649 studenti con background migratorio con cittadinanza non italiana (il dato fa riferimento all’anno scolastico 2022/23), di cui 7.205 nuovi ingressi (esclusi gli inserimenti nelle scuole dell’infanzia). Rispetto all’anno precedente si tratta di 8.207 alunni in più, con un aumento importante anche dei nuovi ingressi, +2.611. L’aumento, legato anche agli arrivi dall’Ucraina, è ancora più evidente se torniamo indietro di due anni (dossier 2020/21), quando gli alunni con cittadinanza non italiana erano 191.474, di cui circa 5.500 nuovi ingressi.

Tra le province, per valore assoluto è Milano a registrare il numero più elevato (73.576), seguita da Brescia (30.180) e Bergamo (24.308); nella provincia di Como se ne contano 7.917, a Lecco 4.940, a Sondrio 1.990. In termini di incidenza sul totale degli iscritti alle scuole statali, al primo posto c’è invece Mantova (21,56%), seguita da Cremona (21,37%), Milano (20,89%), Brescia (20,19%).

Minore l’incidenza nella Bergamasca (18,65%), nella provincia di Como (12,5%), Lecco (13,28%), Sondrio (8,7%). Gli studenti non cittadini italiani non esauriscono il numero di quelli con background migratorio, ma ne rappresentano la maggioranza. Per loro “Save the Children“ ha rilanciato la petizione per chiedere di cambiare la legge, ormai trentennale, che impedisce di riconoscere la cittadinanza italiana a minori nati o arrivati in Italia da piccolissimi, che sono italiani di diritto ma non di fatto. "In una fase delicata come quella della crescita – spiega l’associazione - non avere la cittadinanza italiana, sentirsi diversi rispetto ai compagni di classe con i quali si condividono gusti, passioni e aspettative per il futuro, può avere gravi ripercussioni sia pratiche - come la possibilità di partecipare alle gite scolastiche e alle attività sportive - sia psicologiche, nella maturazione del senso di appartenenza alla comunità nella quale si vive. Tutto questo ha anche un impatto sul successo scolastico".

A Brescia, da sempre caratterizzata da un’alta immigrazione, la rete “Restiamo umani” lo scorso anno ha promosso una petizione che si è tradotta in una mozione per la cittadinanza inclusiva in Consiglio comunale. Il 14 ottobre si terrà la marcia per l’accoglienza e la cittadinanza, che porrà anche il tema della riforma della legge sulla cittadinanza.